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Vini, spezie, pastelli volativi e confetti di zucchero

Breve storia della cucina e dell'alimentazione nel Medioevo

Uno sguardo approfondito sulla cucina medievale come specchio di civiltà e identità. Il cibo, tra riti religiosi e influenze culturali, racconta la storia nascosta dietro ogni piatto.

Descrizione

Vini, spezie, pastelli volativi e confetti di zucchero di Davide Chiolero è un affascinante viaggio nella storia dell'alimentazione medievale. L'autore ci accompagna alla scoperta delle tradizioni culinarie che hanno caratterizzato l'Europa del Medioevo, rivelando un mondo gastronomico molto più ricco e sofisticato di quanto comunemente si creda.

Il libro esplora l'utilizzo delle spezie preziose provenienti dall'Oriente, che trasformavano i piatti medievali in vere opere d'arte culinaria. Chiolero analizza la produzione e il consumo dei vini aromatizzati, bevande raffinate che accompagnavano i banchetti nobiliari, e svela i segreti dei pastelli volativi, dolci profumati che deliziavano i palati più esigenti.

Particolare attenzione è dedicata ai confetti di zucchero, simbolo di lusso e raffinatezza nelle corti medievali. L'opera offre una prospettiva inedita sulla cultura alimentare del tempo, sfatando molti luoghi comuni e restituendo dignità a un'epoca di straordinaria creatività culinaria.

Una lettura essenziale per comprendere le radici storiche della nostra tradizione gastronomica e per apprezzare l'eredità culturale che il Medioevo ci ha tramandato attraverso i sapori e le tecniche culinarie.

Davide Chiolero

Davide Chiolero (1991) ha conseguito la laurea magistrale in Scienze Storiche all’Università degli Studi di Torino con valutazione 110 e lode. Docente di lettere e storia dal 2017, nel 2023 diventa titolare di cattedra presso l’istituto di istruzione secondaria di primo grado di Montechiaro d’Asti. Nel 2021 è entrato a far parte della redazione di “Arma Virumque”, rivista universitaria torinese di storia militare, per la quale ha pubblicato Elmi con le corna e asce bipenni: l’equipaggiamento del vero guerriero vichingo (2021).

I suoi interessi principali riguardano numerosi aspetti della storia culturale e materiale del periodo medievale. In particolare, la storia dell’alimentazione e del costume sono state oggetto di conferenze e laboratori. È autore de I vichinghi e la morte. La ritualità funebre scandinava fra migrazione e stanzialità (sec. VIII-XI) e Il bestiario del Trésor di Brunetto Latini, editi con Il Cerchio. 

21 mag 2025
1 mag 2025
1 apr 2025
27 mar 2025
22 mar 2025
12 mar 2025
10 mar 2025
3 mar 2025
1 mar 2025
25 feb 2025
12 feb 2025
21 gen 2025
14 gen 2025
27 giu 2025
Biblioteca Civica Margherita Pelletta, 14010 Cortazzone (Asti), via Roma, 13
27 giugno 2025 alle ore 21.00
12 giu 2025
Sala Consigliare di Palazzo d'Oria, 10073 Ciriè (Torino), via Dante, 6
12 giugno 2025 alle ore 21.00

Quarta di copertina

Potremmo disgiungere la nostra identità (personale e geografica) dal cibo che mangiamo? No di certo. E non è forse vero che nel nostro immaginario, quando pensiamo a una civiltà lontana nel tempo o nello spazio, parte dello scenario è costituito da ciò che c’è nel piatto?

Una chiave di lettura straordinaria per comprendere un popolo o un’epoca si cela proprio nel modo in cui l’essere umano processa ciò che la natura fornisce, preparandolo, mescolandolo, cuocendolo, conservandolo. E offrendolo ai propri ospiti, mentre sullo sfondo la grande Storia accade.

Questo volume approccia con metodo scientifico l’arte culinaria medievale: scopriamo tutto ciò che è possibile saperne, e ci viene esposto con rigore da dove sono attinte le informazioni di cui disponiamo. 

Si parla del legame fra dieta e religione (a cominciare dai giorni di magro, su cui scopriamo curiosità sorprendenti), del diverso apporto della civiltà romana rispetto a quelle identificate come barbariche. Si racconta delle convinzioni mediche del tempo, in fatto di nutrizione.

Sono descritte le esigenze delle dispense delle abbazie e di quelle dei signori, considerando anche la disponibilità locale degli ingredienti: vicino al Trasimeno, per esempio, l’anguilla era un ingrediente assai apprezzato.

D’altro canto, se la cucina popolare rimase relativamente simile nel corso degli anni, quella nobiliare fu sorprendentemente aperta alle novità e alle contaminazioni, includendo – oltre agli elementi autoctoni – spezie di Paesi lontani acquistate a caro prezzo.

Ecco dunque qualcosa che sembra attraversare tutte le epoche: l’idea che la propria tavola debba riflettere lo status, l’appartenenza a un ceto o a una categoria di persone.

“La storia dell’alimentazione è storia culturale: storia di come l’uomo abbia definito sé stesso e il mondo che lo circonda in base al cibo, alla sua preparazione, ai complessi rituali con forte valenza sociale e culturale, nonché religiosa, che definiscono il sistema alimentare alla base di numerose culture”.
 

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Vini, spezie, pastelli volativi e confetti di zucchero
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