Aguzzare la vista di Paola Biribanti è un'opera che svela i tesori nascosti nei classici del cinema italiano. Attraverso un meticoloso lavoro di ricerca, l'autrice ha individuato i manifesti pubblicitari d'autore che compaiono nei film storici italiani, creando un ponte straordinario tra cinema e arte cartellonistica.
Dai maestri del cartellonismo come Leonetto Cappiello, Armando Testa, Gino Boccasile e Marcello Dudovich emergono opere che, nei film come “Poveri ma belli”, “Ladri di biciclette” o “Dramma della gelosia”, erano semplici elementi dell'arredo urbano ma che oggi rappresentano autentiche opere d'arte.
Il volume, arricchito da un saggio di Erik Balzaretti, documenta l'evoluzione della comunicazione pubblicitaria italiana dagli anni Trenta agli anni Settanta, quando la chiusura di Carosello segnò la fine dell'epoca d'oro del cartellonismo. Attraverso il confronto tra fotogrammi cinematografici e manifesti originali, emerge uno spaccato della storia italiana, con usi, costumi e strategie comunicative di un'epoca irripetibile.
Un'analisi affascinante che invita lo spettatore contemporaneo a riscoprire dettagli che rischierebbero altrimenti di passare inosservati, concentrati come siamo sull'intreccio narrativo.
Paola Biribanti è nata a Terni nel 1977. Dopo la laurea in Storia dell’Arte, ha operato per alcuni anni nel settore editoriale. Giornalista con la passione per il disegno e l’illustrazione, scrive su riviste di settore. Ha pubblicato: Boccasile. La Signorina Grandi Firme e altri mondi (Castelvecchi, 2009; II edizione aggiornata, Castelvecchi, 2019), L’ironia è di moda. Brunetta Mateldi Moretti, artista eclettica dell’eleganza (Carocci, 2018) e, insieme a Bruno Prosdocimi, Prosdocimi. La vita è un gioco: Topolino, umorismo, figurine, Tv (Iacobelli, 2018). Nel 2021 è uscito, con Graphe.it, Il caso Filiberto Mateldi. Misteri, futurismi e immagini di un grande illustratore del Novecento (prefazione di Gianni Brunoro) e, l'anno seguente, Palme, datteri e risate. Il Salone Internazionale dell'Umorismo di Bordighera (1947-1999), con prefazione di Paolo Lingua.
Foto | Paolo Del Bianco
Erik Balzaretti nasce a Torino nel 1961. Saggista e curatore di mostre, ha insegnato presso un’Accademia Privata per 25 anni di cui è stato Direttore del dipartimento di Arti Visive. Da un lustro insegna Storia dell’Illustrazione e della Pubblicità presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.
Esperto di storia e linguaggio delle Arti e Narrazioni Visive si interessa di tutto quanto è “Immagine” e Comunicazione visiva, anche quella che viene misconosciuta o ritenuta ingiustamente “minore”. Letteratura, Pittura, Cinema, Cinema d’animazione, Illustrazione, Fumetto, Grafica, Umorismo Grafico, Fotografia e Musica sono le sue passioni divenute oggetto di studio da sempre ma soprattutto è interessato alle relazioni tra forme, stili e linguaggi che intercorrono tra di esse. È stato un pioniere nello studio del rapporto tra Comunicazione e Ambiente. Collabora con riviste accademiche di settore e lavora come recensore per riviste rivolte al grande pubblico.
Cultore della buona cucina e discreto assaggiatore di vini ama l’ozio e rifugge i ritmi e i riti sociali contemporanei, ma di questo e delle sue passioni al resto del mondo importa poco o nulla e lui se ne fa tranquillamente una ragione.
Hai mai notato che i classici del cinema italiano sono disseminati di opere d’arte contemporanea? Sono i manifesti pubblicitari d’autore, nati dal genio dei massimi esponenti dell’arte cartellonistica (Leonetto Cappiello, Armando Testa, Gino Boccasile, Marcello Dudovich…).
Ai tempi della realizzazione di Poveri ma belli, Ladri di biciclette o Dramma della gelosia, quei manifesti erano mere componenti dell’arredo urbano o, il più delle volte, strumenti di pubblicità più o meno occulta, che lo spettatore odierno, concentrato sull’intreccio, rischia di non notare.
Paola Biribanti, grazie a un meticoloso lavoro di ricerca, ha affiancato i fotogrammi dei film, in cui quei manifesti (integralmente o in parte) vengono inquadrati, e i manifesti stessi. Ne è derivato uno spaccato della storia dell'Italia, con i suoi usi, costumi e strategie di comunicazione, a partire dagli anni Trenta, con l’introduzione del sonoro nel cinema, fino agli anni Settanta, che, con la chiusura di Carosello, segnano la fine dell’epoca cartellonistica.
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