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Sciascia scrittore: i principali libri dell’autore di Racalmuto

Sciascia scrittore: i principali libri dell’autore di Racalmuto Sciascia scrittore: i principali libri dell’autore di Racalmuto
Sciascia scrittore: i principali libri dell’autore di Racalmuto

Ed eccoci qui al secondo appuntamento con Sciascia scrittore, ovvero quello in cui ci addentriamo per davvero nel magico mondo della bibliografia di Leonardo Sciascia, un autore che, come abbiamo già detto, si dedicò a diverse forme di letteratura, tanto da essere giustamente considerato un intellettuale a tutto tondo del Novecento italiano.

 

4 imperdibili libri di Leonardo Sciascia

Visto, però, che per motivi di spazio una scelta la si doveva pur fare su quali libri di Leonardo Sciascia raccontare, vi avverto subito che ho scelto di parlare dei suoi romanzi, e in particolare di quelli tra i tanti che, a parer mio, meglio fanno comprendere la poetica e il messaggio dello scrittore siciliano.

 

Il giorno della civetta

Non si può non partire da questo capolavoro della letteratura italiana contemporanea, che tra l’altro in questa selezione delle opere di Sciascia che ho operato risulta anche essere il primo in ordine cronologico.

Era il 1961, infatti, quando lo scrittore dava alle stampe per Einaudi il romanzo che rivoluzionò per sempre il modo di parlare della mafia nella stessa Sicilia. Lo spunto, per così dire, gli venne dall’uccisione del sindacalista comunista Accursio Miraglia avvenuta nel 1947 a Sciacca. Un chiaro delitto di una cosa (nostra) chiamata mafia, una realtà consolidata nel territorio che fino ad allora non aveva trovato spazio alcuno nella cronaca giornalistica e sporadico nella letteratura.

E di fatti l’impatto che Il giorno della civetta ebbe sulla società italiana dei primi anni Sessanta, fu enorme: non solo si diceva a chiare lettere che la mafia esisteva, ma anche che questa poteva agire indisturbata sotto gli occhi di tutti, anche se facevano finta di non vedere.

Il libro si apre con l’omicidio nella piazza del paese di Salvatore Colasberna, un piccolo imprenditore, mentre sta salendo su un autobus per Palermo. Le indagini vengono affidate al capitano Bellodi, originario di Parma, che non avrà vita facile: nessuno infatti, com’era prevedibile, ha visto niente

 Intanto a Roma due politici di alto livello discutono sulla possibilità di far trasferire dalla Sicilia proprio quel capitano Bellodi che si stava rivelando così scomodo. Da qui la legge dell’omertà si fa più dura: chi non le obbedisce viene eliminato senza complimenti e di fatto si delinea anche una certa connivenza tra alcune parti corrotte dello Stato e la mafia, svelando un sistema anche umano che nessuno avrebbe mai immaginato.

Celeberrima, inoltre, la distinzione tra uomini, mezz’uomini, ominicchi, piglianculo e quaquaraquà: una distinzione che avremmo voluto si fermasse alla seconda tra le categorie citate, ma che trovo più che mai attuale.  

 

A ciascuno il suo

Il nostro viaggio nella bibliografia di Sciascia prosegue, poi, con questo romanzo edito nel 1966 che racconta di un fatto immaginario, anche se ispirato all’assassinio del commissario Tandoy avvenuto ad Agrigento qualche anno prima.

Con queste pagine Sciascia torna al romanzo poliziesco narrando la vicenda di Manno, tranquillo farmacista di paese che viene minacciato di morte con una lettera anonima cui non dà peso, salvo poi essere ucciso per davvero durante una battuta di caccia assieme all’amico, dottor Roscio.

A indagare è Laurana, un professore di latino e greco del liceo classico locale, affascinato dal fatto che la lettera anonima riportasse sul retro la frase latina “Unicuique suum”, la cui traduzione è proprio il titolo del romanzo. All’inizio si propende per l’ipotesi del delitto passionale, motivato magari da una relazione che il farmacista potesse avere con qualche sua cliente, ma poi l’insegnante nota che la lettera è stata composta con le lettere ritagliate dall’Osservatore Romano, il quotidiano vaticano che solo due persone in paese leggono: il parroco e l’arciprete. In realtà il fatto di sangue sarà effettivamente motivato da una ragione amorosa, ma si scoprirà che la vittima designata non era il farmacista, bensì l’amico dottore.

 

La scomparsa di Majorana

Nel 1975 sul quotidiano La Stampa appare, in otto puntate, questa indagine sulla scomparsa del famoso fisico avvenuta nel 1938, che Sciascia ripercorre con dovizia di particolari. L’opera sarà poi raccolta in volume dal solito Einaudi e io qui l’ho inserita tra i romanzi perché la ricchezza di ipotesi romanzate che la caratterizza è parte del suo fascino intrinseco.

Il 25 marzo 1938 Majorana, allora 31enne, s’imbarca a Napoli su un traghetto diretto a Palermo, lasciando due lettere in cui preannuncia la propria “scomparsa”. In realtà il giorno seguente, da Palermo, fa sapere di ignorare quelle due lettere e annuncia di essere di ritorno a Napoli il giorno dopo. Da qui il nulla.

Molte le ipotesi che negli anni sono state avanzate, alle quali Sciascia aggiunge la sua: il fisico si sarebbe ritirato in convento per allontanarsi e disconoscere il possibile utilizzo bellico di alcun sue scoperte, come in effetti sarà nel caso della bomba atomica durante la Seconda Guerra Mondiale.

 

Todo modo

Concludiamo la messa in ordine sullo scaffale Sciascia con questo romanzo apparso nel 1974, il cui titolo si deve a una frase di Sant’Ignazio di Loyola, fondatore dei Gesuiti.

Il protagonista è un pittore che, alla ricerca della tranquillità, viene ospitato in un eremo gestito dall’enigmatico don Gaetano e dove a volte si svolgono particolari esercizi spirituali cui partecipano diverse personalità del mondo della politica e non solo. Di lì a poco sarebbe iniziato uno di questi ritiri a cui il pittore viene ammesso, se non che, durante la recita del Rosario, viene assassinato l’ex senatore Michelozzi e poi, via via, si susseguono i delitti dei partecipanti fino a quello dello stesso don Gaetano, ritrovato nel bosco che circonda l’eremo, vicino a una pistola fumante.

Il procuratore Scalambri, incaricato delle indagini, è in alto mare e in effetti nulla viene completamente ed esplicitamente rivelato, ma ogni cosa resta nel fumo e nell’ambiguità anche alla fine del romanzo, quando lo stesso narratore si dichiara colpevole.

Con questo stratagemma Sciascia vuole chiaramente comunicare che la verità, spesso è sotto gli occhi di tutti, ma questo non significa che riesca a emergere così in superficie da entrare in contatto con la realtà. Buona ri-lettura! 

 

Foto | WikiCommons

L'autore: Roberta Barbi
Roberta Barbi Roberta Barbi è nata e vive a Roma da 40 anni; da qualche anno in meno assieme al marito Paolo e ai figli, ancora piccoli, Irene e Stefano. Laureata in comunicazione e giornalista professionista appassionata di cucina, fotografia e viaggi, si è ritrovata da un po’ a lavorare per i media vaticani: attualmente è autrice e conduttrice de “I Cellanti”, un programma di approfondimento sul mondo del carcere in onda su Radio Vaticana Italia. Nel tempo libero (pochissimo) si diletta a scrivere racconti e si dedica alla lettura, al canto e al cake design; sempre più raramente allo shopping, ormai rigorosamente on line.

Guarda tutti gli articoli scritti da Roberta Barbi

Breve storia del romanzo poliziesco

di Leonardo Sciascia

editore: Graphe.it

pagine: 48

Un viaggio nei libri polizieschi firmato da uno dei più grandi autori della nostra letteratura.

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