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Potere e conflitto religioso nel nord dell'Africa: intervista con l’autore Raúl González Salinero

Potere e conflitto religioso nel nord dell'Africa: intervista con l’autore Raúl González Salinero Potere e conflitto religioso nel nord dell'Africa: intervista con l’autore Raúl González Salinero
Potere e conflitto religioso nel nord dell'Africa: intervista con l’autore Raúl González Salinero

Tra le uscite di questo mese troviamo anche un interessante saggio storico che ci catapulta indietro nel tempo di almeno diciotto secoli all’epoca di questo vescovo berbero, venerato come Santo dalla Chiesa cattolica ma certamente poco conosciuto, che tanto ha fatto per custodire e traghettare fino a noi (concili e riforme dottrinarie a parte) la fede così come la conosciamo e la professiamo, difendendola da numerosi attacchi degli eretici. 

Il suo saggio Potere e conflitto religioso nel Nordafrica è dedicato a Quodvultdeus, vescovo di Cartagine del V secolo d.C. e venerato come Santo: perché questa scelta? Quanto è importante questa figura per la Chiesa?

Sebbene Quodvultdeus non avesse la stessa statura intellettuale del suo maestro Agostino, ricopriva la carica più alta della Chiesa nordafricana nel momento in cui i Vandali riuscirono a prendere il controllo della sede metropolitana di Cartagine. Consapevole della sua responsabilità episcopale, il vescovo non solo si impegnò nella difesa della fede cattolica di fronte all'imposizione dell'arianesimo da parte delle autorità vandale, ma anche nel sostegno spirituale della sua comunità di fronte alle avversità e alla mancanza di integrità dottrinale attraverso un ferreo rigore morale.

Ha anticipato la nostra seconda domanda: cosa si può dire del rapporto tra Quodvultdeus e Sant’Agostino?

Anche se ci sono molte prove che inducono a pensare che tra Agostino d'Ippona e Quodvultdeus ci fosse un rapporto del tipo maestro-discepolo, non si può negare che l'inclinazione di quest'ultimo verso un'ideologia di tendenza millenarista, lo allontanasse notevolmente dal pensiero agostiniano.

Da pastore, Quodvultdeus è stato uno strenuo difensore dei costumi e della fede cattolica contro le eresie ariana e pelagiana che, rispettivamente, mettevano in discussione la natura di Cristo e la dottrina sul peccato originale. Qual era il suo pensiero?

Considerate le drammatiche circostanze storiche in cui ha vissuto e che ha interpretato in una prospettiva provvidenzialista, Quodvultdeus ha sempre mantenuto una posizione dominata dal rigorismo dottrinale di segno cattolico.

Vengono attribuiti al vescovo cartaginese anche 13 sermoni. Di cosa parlano?

Essendo condizionato dal retroterra storico dell'onnipresenza dei Vandali, praticamente tutte le sue prediche sono influenzate dalla polemica antiariana, oltre che dalla controversia dottrinale sostenuta con altre espressioni del cristianesimo considerate anch’esse eretiche. Nei sermoni a lui attribuiti non mancano neppure la critica anti-pagana e anti-ebraica, oltre a una forte critica alla società del suo tempo. A loro volta, questi testi costituiscono una preziosa fonte di informazione che ci avvicina al comportamento della gerarchia ecclesiastica e agli usi e costumi liturgici del tempo.

Con la caduta di Cartagine nelle mani dei Vandali, Quodvultdeus viene cacciato dalla città. Riesce a riparare fortunosamente a Napoli dove, poi, morirà. Esiliato, mandato a morire su navi senza vele né remi: quanto questa figura si può avvicinare a quella dei migranti di oggi, anche alla luce del magistero di Papa Francesco?

Da un punto di vista storico, l'esperienza di vita di Quodvultdeus (che, d'altra parte, è soggetta agli elementi retorici dell'epoca) non ha nulla a che vedere con i migranti di oggi. Per quanto riguarda i possibili rapporti con il "magistero" di Papa Francesco, non posso pronunciarmi: sono uno storico, non un teologo!

L'autore: Roberta Barbi
Roberta Barbi Roberta Barbi è nata e vive a Roma da 40 anni; da qualche anno in meno assieme al marito Paolo e ai figli, ancora piccoli, Irene e Stefano. Laureata in comunicazione e giornalista professionista appassionata di cucina, fotografia e viaggi, si è ritrovata da un po’ a lavorare per i media vaticani: attualmente è autrice e conduttrice de “I Cellanti”, un programma di approfondimento sul mondo del carcere in onda su Radio Vaticana Italia. Nel tempo libero (pochissimo) si diletta a scrivere racconti e si dedica alla lettura, al canto e al cake design; sempre più raramente allo shopping, ormai rigorosamente on line.

Guarda tutti gli articoli scritti da Roberta Barbi

Potere e conflitto religioso nel nord dell'Africa

Quodvultdeus di Cartagine e i vandali

di Raúl González Salinero

editore: Graphe.it

pagine: 120

19 febbraio. A Napoli, deposizione di san Quodvultdeus, vescovo di Cartagine, che mandato in esilio insieme al suo clero dal re ariano Genserico e messo su navi in disuso senza vele né remi, contro ogni speranza approdò a Napoli, dove morì confessore della fede. (Martirologio Romano)

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