Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina

Óláfr Tryggvason: intervista a Carla Del Zotto

Óláfr Tryggvason: intervista a Carla Del Zotto Óláfr Tryggvason: intervista a Carla Del Zotto
Óláfr Tryggvason: intervista a Carla Del Zotto

Óláfr Tryggvason è il protagonista del nuovo titolo della collana I condottieri, diretta da Gaetano Passarrelli. Autrice del saggio è la professoressa Carla Del Zotto, docente di Filologia germanica all'Università di Roma La Sapienza.

Abbiamo chiesto alla professoressa Del Zotto di raccontarci qualcosa di Óláfr Tryggvason.

 

Intervista a Carla Del Zotto sul suo saggio dedicato a Óláfr Tryggvason

 

In poche parole, chi è stato Óláfr Tryggvason?

Il turista che visiti la costa occidentale della Norvegia arrivato a Trondheim, l’antica Nidaros, ovvero la città costruita alla foce del fiume Nid, rimane con il naso all’insù di fronte a una colonna di granito alta 14,5 metri con una statua di 3,5 metri, che rappresenta il tributo della città al suo fondatore: il re vichingo Óláfr Tryggvason. Se Haraldr Bellachioma è considerato il re che per primo avrebbe realizzato l’unificazione della Norvegia, Óláfr Tryggvason è ritenuto il promotore dell’evangelizzazione dell’intero paese e delle isole atlantiche. L’introduzione del Cristianesimo, peraltro, non è da intendersi in termini solamente religiosi ma in un più ampio contesto di acculturazione: l’uso dell’alfabeto latino in luogo delle rune, la tecnica stessa della scrittura su pergamena sono un portato della “conversione” alla nuova fede.

Una fede, quella dei cristiani, che era comunque già nota ai vichinghi che dall’VIII secolo compivano scorrerie a est e ovest in Europa. Lo stesso Óláfr Tryggvason accetta di convertirsi nelle Isole britanniche e da quel momento prende forma il progetto di conquista del potere in Norvegia. Óláfr Tryggvason lascia l’Inghilterra portando con sé anche vescovi e preti inglesi, poiché la sua ascesa al trono in Norvegia passa attraverso la demolizione degli idoli, l’abbattimento dei templi pagani, la costruzione di chiese e l’istituzione del culto di nuovi santi.

Ça va sans dire che l’introduzione del Cristianesimo è solo una parte della “politica” di Óláfr Tryggvason; nondimeno, è senza dubbio uno degli elementi più importanti nella realizzazione di una emergente monarchia cristiana sul modello di quelle europee.

Il suo breve regno, appena cinque anni (995-1000), evidenzia le principali difficoltà incontrate nella costruzione di un regno norvegese: il rapporto con i magnati, chiamati ad accettare una regalità nuova, e l’eliminazione della influenza danese nel paese. Le stesse difficoltà che si ripresenteranno al suo successore Óláfr Haraldsson il Santo (1015-1028).

 

Nel suo saggio si riportano molti testi in originale e in traduzione che raccontano di Óláfr: quali sono le fonti principali per conoscere questa figura?

Il panorama della storiografia nordica è estremamente interessante per la sua varietà; inoltre, su Óláfr Tryggvason abbiamo anche fonti latine e anglosassoni.

In antico nordico sono redatte epitomi e saghe, nelle quali sono citate una o più strofe degli scaldi, i poeti di professione al seguito di re o principi. E questa poesia d’occasione, di carattere celebrativo, rappresenta il più delle volte una testimonianza contemporanea agli eventi descritti e assume pertanto un posto di rilievo nella ricostruzione dei fatti storici. Lo scaldo poteva anche enfatizzare una vittoria, un’impresa ma difficilmente avrebbe potuto elogiare eventi non accaduti, distorcendo la realtà, poiché i suoi componimenti venivano declamati in pubblico, alla presenza dello stesso re e del suo seguito. Gli autori delle saghe dei re citano infatti le strofe scaldiche a sostegno dei fatti da loro narrati; del resto, la complessità di tali composizioni poetiche le rendeva quasi impermeabili a possibili interpolazioni, pena il disfacimento della struttura metrica basata su isosillabismo, allitterazione, rime interne e assonanze.

Di contro, nelle fonti in prosa è necessario considerare “il punto di vista” dell’autore; il ritratto di Óláfr Tryggvason in Adamo di Brema di certo è segnato dal risentimento del chierico tedesco per la politica ecclesiastica del re norvegese e dai racconti forniti dal re danese Sven Estridsen. In testi di autori norvegesi Óláfr Tryggvason è invece descritto positivamente e chiamato beatus.

 

Come si spiega la passione di cinema, tv, fumetti e via dicendo per i vichinghi?

L’età vichinga, dall’VIII all’XI secolo, porta alla ribalta in Europa le genti della Scandinavia. Dalle remote terre nordiche, che si credevano popolate di genti mostruose e fantastiche, arrivano mercanti, predoni e guerrieri che modificano l’assetto dell’Europa settentrionale. I vichinghi, grazie alla loro tecnica nautica, controllano e colonizzano tutto il Nord Atlantico: Fær Øer, Orcadi, Shetland, Ebridi, Irlanda; scoprono l’Islanda e la Groenlandia; arrivano fino alla costa orientale del Nord America; si insediano in Inghilterra (Danelaw) e in parte della Francia. A est giungono fino a Bisanzio e nel Califfato islamico, creano una nuova entità politica (Rus’) a Kiev. L’epoca vichinga si chiude con l’europeizzazione della Scandinavia grazie alla introduzione della religione cristiana, di nuove forme di governo e di amministrazione basata sulla cultura scritta. Il contatto e lo scontro con gli uomini del nord alimentano le cronache di monaci e scrittori sulla crudeltà, il coraggio, le credenze e i costumi di queste genti pagane. Le fonti giunte fino a noi conservano il materiale di una grande epopea con innumerevoli storie di scoperte, conquiste, stragi, rivolgimenti e racconti di guerrieri feroci, eroi votati alla morte, capi astuti e avidi. Tantissimo materiale per trasposizioni filmiche avvincenti, riscritture parodistiche, ricostruzioni di un passato che l’archeologia rivela ricco di manufatti e oggetti realizzati con grande maestria.

 

Didascalie delle foto

In apertura: La professoressa Carla Del Zotto e la copertina del saggio Óláfr Tryggvason. Sullo sfondo del libro c'è la cartina della invasioni vichinghe.
1. Statua di Óláfr Tryggvason a Trondheim, nella Norvegia centrale.
2. Skuldelev II, Museo delle navi vichinghe, Roskilde (DK).
3. Decorazione con testa di drago, museo delle navi vichinghe di Oslo.
Sullo sfondo del libro, nella foto in apertura, c'è la cartina della invasioni vichinghe.

Óláfr Tryggvason

Il re vichingo, Apostolo della Norvegia

di Carla Del Zotto

editore: Graphe.it

pagine: 156

Óláfr Tryggvason fu re di Norvegia dal 995 al 1000.

Inserisci un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati con un asterisco*
Questo sito è protetto da reCAPTCHA e si applicano le Norme sulla Privacy e i Termini di Servizio di Google.

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.