La collana Pneuma si arricchisce di un nuovo, prezioso titolo: La vita in Dio.
Autrice del saggio è Alessia Brombin, docente di Teologia Spirituale e Antropologia della Risurrezione presso la Pontificia Università della Santa Croce di Roma. Lo studio, che ha per sottotitolo Note per un’antropologia della risurrezione, arriva in libreria con la prefazione di Jean-Paul Lieggi, docente di Cristologia e Teologia trinitaria e di Teologia patristica presso la Facoltà Teologica Pugliese.
Tre domande ad Alessia Brombin
Per noi che mastichiamo poco di teologia, potresti dirci cosa si intende con “antropologia della risurrezione”, e qual è il suo ambito di studio?
Particolarmente significativa è la curvatura teologica che ho inteso dare con questa felice espressione al saggio. Infatti, fonde due prospettive, anche se non vengono poste sul medesimo piano; poiché quella teologica, inerente non solo all’episodio biblico della risurrezione di Cristo, imprime una dinamicità a quella antropologica, che per questo motivo si prefigge di decifrare, non solo i segni e le opere di Gesù, ma le profonde implicazioni che a partire dall’Incarnazione ne derivano per l’umanità. Il punto d’osservazione privilegiato di questa trattazione è il culmine della vita di Dio: la Risurrezione. In italiano “risorgere” (lat. resurgere) è usato anche per denotare il “risuscitare” (gr. ἀνίστημι/anìstemi), è un’ elevazione (gr. ἀνάστασις/anàstasis) che non coinvolge solamente i corpi, le anime e gli spiriti dei defunti, esprime altresì un dinamismo nella vita umana; dopo le narrazioni di Genesi 1 e 2, la Creazione è tutta protratta verso Dio, con un movimento incessante. In questo testo, in cui dapprima introduce l’argomentare nelle sue note antropologico-bibliche, vengono presentati alcuni degli snodi tematici per riflettere sul proprio cammino verso Dio, e in Dio, accompagnati da una duplice prospettiva di lettura: quella dell’occidente cristiano che s’incontra con l’oriente. Inoltre, questo sfondo ermeneutico acconsentirà di risvegliare la consapevolezza di essere “con-risorti” con Cristo (συνεγείρω/synegeìro, Ef 2,6; Col 2,12-13; Col 3,1), e di poter così incedere con un passo più agile tra le asperità del sentiero che conduce al Tabor, e di lì alla nuova Gerusalemme.
Il tuo saggio, La vita in Dio, affronta l’affascinante tema della teologia del corpo: puoi illustrarci alcuni passi salienti del tuo studio?
La lettura di questo studio permetterà di compiere davvero alcuni piccoli “passi”, sollecitare a delle svolte, facilitare un orientamento integrale di vita, promuovere una mutazione di prospettiva (gr. μετάνοια/metànoia), una conversione incessante (sempre metànoia) per il ritorno a Dio (gr. ἐπιστροφή/epistrophe); l’invio divino, che guida sulla strada verso la nuova Gerusalemme, è iscritto nella natura più intima del cristiano, denotando gli uomini e le donne come i seguaci della via, coloro che seguono Cristo, la via (τῆς ὁδοῦ ὄντας/tes odu ontas, At 9,2). Si tratterà, dunque, di compiere un pellegrinaggio esistenziale, a carattere esplorativo e in piena docilità allo Spirito, attraversando i misteriosi territori del divino che ci abita e avanzando verso la completa divinizzazione.
Nel libro citi molti scrittori spirituali orientali: potresti indicarci due autori i cui libri sono fondamentali da leggere dal tuo punto di vista?
In realtà, la Tradizione patristica è ricchissima di autori dai quali attingere, ad esempio, una figura chiave è quella di Massimo il Confessore (662 d.C.), quale punto di congiunzione tra le teologie e antropologie qui presentate; nonché Gregorio Magno (604), da parte occidentale, scelto da papa Pelagio II come suo apocrisario a Bisanzio, fu in quest’occasione che iniziò ad apprezzare la cultura orientale. Gregorio, sempre fedele al suo lavoro apostolico, promosse un annuncio che favorisse la sintonia tra tutti i cristiani della Chiesa indivisa; maturò proprio a Bisanzio l’idea di diffondere l’Evangelo in ogni cultura e civiltà, cosciente di trovarsi in una dinamicità transitoria esistenziale, in cui tutti popoli dimostravano la presenza misteriosa dello Spirito. L’approfondimento di questi autori, e altri, sarà certamente utile ai lettori contemporanei, che si sentono interpellati, soprattutto in quest’epoca, a ricercare tra i molteplici volti di Dio che s’incontrano tra le strade.
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