L’analisi antropologica espressa in questo denso saggio affronta un tema complesso e delicatissimo: una “teologia del corpo” che considera l’essere umano nella sua integralità, ontologicamente teso a una divinizzazione della quale la Risurrezione di Cristo costituisce la chiave.
L’unicità del singolo attraversa il paradosso della universale mortalità della carne, che solleva interrogativi estremamente intricati riguardo all’individualità di fronte all’eternità.
L’interpretazione del tema si dipana attraverso una visuale antropologico-teologica calata nella storia del pensiero cristiano: abbondano i riferimenti ai grandi ermeneuti della civiltà occidentale e non solo, ma il valore di questo scritto risiede soprattutto nel lavoro interpretativo indipendente condotto sull’idea della perfettibilità dell’umano nel divino: un percorso che è di purificazione ma anche di conservazione del Sé.
L’autrice si propone quindi di sviscerare la multipla tensione, la “incessante conversione” e ricerca dell’uomo, nella sua direzione di un’ascesi che passa dall’accettazione dell’offerta divina attraverso la natura terrena di ciascun soggetto.
Biografia dell'autore
Alessia Brombin

Alessia Brombin è docente di Teologia Spirituale e Antropologia della Risurrezione presso la Pontificia Università della Santa Croce di Roma dal 2018. Il suo campo di ricerca verte sulla spiritualità orientale e la letteratura patristica greca, in particolare la teologia di Palamas e l'omiletica di Giovanni Crisostomo. Ha conseguito un M.Div. (Master of Divinity) in teologia spirituale presso la Pontificia Università Gregoriana (Roma) nel 2015 e il B.D. (Bachelor of Divinity) all'Istituto Teologico Sant'Antonio Dottore di Padova nel 2009, nonché la laurea magistrale in Filosofia presso l'Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Storia della Filosofia (moderatore prof. Enrico Berti, 2003).