Francesco Scardone, autore di due romanzi e diversi racconti, è presente nella collana eTales di Graphe.it edizioni con l’eBook Otto ore, cronistoria di un incidente. L’autore ha rilasciato al nostro blog l’intervista che segue.
Com’è nato il tuo racconto?
Sicuramente l'input è stato dato dagli assurdi fatti di cronaca che solo pochi mesi fa hanno occupato le prima pagine di tg e giornali. Però, ci tengo a sottolinearlo, Otto ore, cronistoria di un incidente non è un racconto che mira a ricamare su un tragico evento di cronaca per tirarne fuori una morale che abbia a che vedere e che sia applicabile alla società. L'intento è molto diverso: alla base del racconto c'è la volontà di descrivere una persona completamente egoista, una personalità talmente risucchiata dal proprio ego da non accorgersi nemmeno degli altri. La cronaca è servita solo da spunto per tratteggiare una persona fatta in questo modo e, chiaramente, il racconto non vuole dare nessun tipo o sorta di giudizio sulle persone che si sono trovate coinvolte in questi così tragici avvenimenti, ma solo, appunto, descrivere Giulio, protagonista assoluto e primario della storia. Il fatto di cronaca rimane sempre sullo sfondo, quello su cui ho cercato di incentrare il racconto è l'assurdo egoismo che Giulio sembra nascondere, nemmeno fin troppo bene, in ogni aspetto della sua vita. Quindi, se proprio dovessi trovare il leit-motiv del racconto non parlerei sicuramente della cronaca ma dell'egoismo, questa componente fondamentale per ogni essere umano che, in alcuni casi (non troppo pochi, mi duole dirlo), arriva a sopprimere il rimorso e il senso di colpa fino a un punto tale dove non resta spazio per altri se non per se stessi.
Quali sono i tuoi riferimenti letterari?
Nella mia libreria, il ripiano più numeroso è, senza dubbio, quello della letteratura americana. Soprattutto quella degli ultimi cinquanta anni ha influenzato fortemente il mio modo di scrivere. Sono molti, troppi gli scrittori americani che amo: De Lillo, per la prosa che spesso rasenta la perfezione e per l'abilità nel raccontare qualunque cosa con lo stesso sguardo sincero e autentico che, da sempre, lo caratterizza; Kerouac per gli sperimentalismi mai fine a se stessi e le personalità così vivide che i suoi romanzi restituiscono; e tanti altri (Eugenides, Foster Wallace, Ellis, Dennis Cooper). Quello che ricerco quando leggo (e anche in ogni altra forma d'arte) sono l'autenticità, la visceralità, la sincerità, che ritengo, insieme alla tecnica, elementi indispensabili. Però, in ogni caso, lo scrittore che più amo è Dostoevskij. Secondo me, lui ha scritto tutto quello che si poteva e si doveva scrivere. Quelli che sono venuti dopo, ma anche quelli che ci sono stati prima, si sono "solo" limitati a lavorare su quello che lui già aveva scritto (non a caso, nei romanzi di quasi tutti i miei scrittori preferiti, viene sempre citato).
Tra istinto e ragione, dove pende la bilancia per Francesco Scardone scrittore?
Non riesco mai a distinguere il "Francesco che scrive" dal "Francesco di tutti i giorni"; non a caso, sono convinto che basti leggere le opere di uno scrittore per conoscerlo profondamente come persona. Tra persona e scrittore, per me, non passa nessuna differenza, anzi, è solo sulla carta, per come la vedo io, che la persona viene fuori completamente e mai nella vita, dove tutto, in fin dei conti, in un modo o nell'altro, finisce per corrompersi. Proprio per questo, rispondere a questa domanda mi risulta molto difficile: diciamo che, proprio come nella vita, né l'istinto né la ragione finiscono mai per prevalere l'uno sull'altro nei miei scritti ma, entrambi, sono due momenti fondamentali e necessari.
A cosa stai lavorando in questo periodo?
Ho da poco finito di scrivere un romanzo e ho cominciato a spedirlo, da qualche giorno, agli editori. Ho anche cominciato a scrivere per il cinema e ho scritto la sceneggiatura di un lungometraggio, Red Krokodil, un film del regista Domiziano Cristopharo, le cui riprese dovrebbero iniziare prima dell'estate. Oltre questo, sto scrivendo, come faccio sempre tra un romanzo e l'altro, diversi racconti.
Progetti futuri?
Principalmente tenere le dita incrociate per il romanzo che ho finito da poco. E anche scrivere, continuare a scrivere e scrivere sempre e comunque, non solo per cercare di migliorarmi ma soprattutto perché è l'unica cosa che posso fare e l'unica per la quale mi senta veramente "obbligato".
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