Attila, il più famoso dei re barbari che sfidarono i Romani negli ultimi decenni dell’Impero di Occidente, visse dal 406 al 453 d.C.: morì che non aveva nemmeno cinquant'anni.
Su di lui, ci sono molte narrazioni: era il «Flagello di Dio»; dove passava non cresceva più l'erba; fu autore di immense stragi e chissà forse pure cannibale. Questa è la versione tramandata qui da noi, eredi degli antichi romani.
Nelle saghe germaniche, invece, Attila è visto come monarca saggio, leale e misericordioso. Gli ungheresi, che in parte si considerano eredi degli Unni, lo vedono come un eroe.
Attila l'Unno
Il professor Mirko Rizzotto, già autore del fortunato saggio su Menandro il Conquistatore, analizza la figura di Attila nel libro Attila l’Unno. L’arco e la spada, in libreria per i tipi della Graphe.it edizioni, nella collana I condottieri diretta da Gaetano Passarelli.
Un libro per conoscere meglio questo personaggio complesso che usava metodi che non esiteremmo a definire brutali, ma anche dotato di una personalità fuori dal comune, tanto da farlo entrare nella memoria collettiva dell'Europa tutta.
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