Rosso Malpelo è una famosa novella di Giovanni Verga. Venne pubblicata per la prima volta nel 1878 su Il Fanfulla, salvo poi essere unita ad altre novelle e pubblicata nel 1879-1880 nella raccolta Vita dei campi.
Riassunto di Rosso Malpelo
Malpelo è un ragazzino con i capelli rossi. All'epoca in cui è ambientata la novella di Verga, per via delle superstizioni popolari, i capelli rossi erano indice di malizia e per questo motivo il ragazzo viene trattato male dai concittadini. Preferisce, quindi, starsene per conto suo. Neanche la madre lo ama molto: non ha mai accettato il fatto che abbia deciso di andare a lavorare nella cava e non si fida di lui, pensa che rubi i soldi dello stipendio che porta a casa. Pure la sorella lo accoglie sempre picchiandolo.
L'unico con cui sembra andare d'accordo è il padre, Mastro Misciu, il cui soprannome è Bestia. Anche il padre lavora alla cava ed è l'unico ad avergli dimostrato un po' di affetto. Per questo motivo quando gli altri operai cercano di prendere in giro il padre, Malpelo lo difende sempre. Un giorno Mastro Misciu, su ordine del padrone, accetta di abbattere un vecchio pilastro inutile: il lavoro è pericoloso, gli altri operai si sono rifiutati, ma Mastro Misciu ha bisogno di soldi. Prevedibilmente il pilastro cade addosso all'uomo e Malpelo, disperato, comincia a scavare a mani nude sotto le macerie, si spezza le unghie, chiede aiuto, ma quando gli altri arrivano il padre è ormai morto.
Se prima Malpelo era scorbutico e ringhioso, dopo la morte del padre il suo carattere peggiora. Inoltre comincia a lavorare proprio nella galleria dove il padre era morto.
Un giorno alla cava arriva a lavorare Ranocchio, un ragazzino che si è lussato il femore e che non può più fare l'operaio a causa della sua zoppia. Malpelo lo prende subito di mira e cerca di farlo reagire a suon di insulti e botte. Ranocchio non si difende e Malpelo lo picchia sempre di più: vuole che Ranocchio impari a reagire e che capisca che la vita non è facile, bensì una sfida continua.
In realtà Malpelo si è affezionato a Ranocchio e spesso gli dà parte del suo cibo e lo aiuta nei lavori più pesanti. Finalmente viene recuperato il cadavere di Mastro Misciu e Malpelo tiene come un tesoro i pochi oggetti posseduti dal padre. Purtroppo ben presto anche Ranocchio muore, di tisi, Malpelo è sempre più solo (la madre si è risposata e non vuole avere a che fare con lui e anche la sorella si è trasferita in un altro quartiere) e finisce per scomparire nella cava dopo che gli era stato assegnato il compito di esplorare una galleria sconosciuta.
Nessuno avrebbe mai accettato un compito così pericoloso, ma Malpelo ormai non ha più niente da perdere: prende pane, vino, attrezzi e vestiti del padre ed entra nella galleria per non uscirne mai più. La sua unica vendetta da morto è aver instillato il terrore negli altri operai che hanno sempre paura di vederlo spuntare fuori all'improvviso con i suoi capelli rossi e i suoi occhiacci.
Commento di Rosso Malpelo
Rosso Malpelo è una novella in cui il narratore è imparziale, scompare dalla narrazione e si limita a presentare i personaggi facendoli agire e a scrivere in maniera indiretta i dialoghi, in modo da dare un più crudo realismo. In questa novella si apprezza la tecnica dello straniamento: Verga fa coincidere il suo punto di vista con l'opinione degli abitanti del villaggio nei confronti di Malpelo, sfruttando una sorta di regressione culturale (lo si nota tantissimo nell'incipit). Tuttavia il lettore può capire che la vera opinione dello scrittore è un'altra grazie al fatto che nello stesso incipit Verga usa proposizioni consecutive e conclusive che suonano strane al lettore e gli fanno capire come Verga la pensi in realtà diversamente.
Tecnicamente essendo uno scrittore verista, vige nella novella il principio dell'impersonalità anche se alla fine Verga non può non far notare tutta la pietà che prova verso Malpelo, una persona che non può in nessun modo sottrarsi al suo destino. Altro dettaglio importante è che Verga spiega che trattare male ragazzi come Malpelo fa sì che poi loro si comportino nello stesso modo nei confronti degli altri.
Rosso Malpelo è uno spaccato della vita quotidiana della Sicilia della fine del XIX secolo, con tutta la sua povertà e lo sfruttamento dei poveri: si trattano i temi dello sfruttamento della classe povera e dell'infanzia negata.
Il linguaggio della novella è estremamente realistico, pieno zeppo di dialetto e di modi di dire popolari. Il tutto è stato fatto per mettere a disagio il lettore e farlo riflettere sulle condizioni di vita dell'epoca. Inoltre Verga ci trasmette il suo messaggio: se nasci povero non importa quanti sforzi farai per migliorarti, alla fine sempre povero sarai.
Testo | Nymeria
Foto | Pixabay
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