Menandro I fu il sovrano indo-greco più famoso tra coloro che dominarono la vallata del Gange, nel II secolo a. C. Fu anche il più famoso anche perché fu immortalato in un’opera antica, il Milindapañha cioè Le domande di re Menandro. Non fu l’unico re indo-greco che aderì al buddismo, che ebbe simpatie, più o meno esplicite, per il buddismo, però fu senz’altro l’unico che meritò di essere immortalato nelle pagine di quest’opera antica. Tra parentesi, non è neanche l’unico testo che parla della conversione di Menandro al buddismo.
C’è da dire che i greci erano molto attratti dal buddismo, perché accoglieva a braccia aperte chiunque secondo gli insegnamenti di Gautama Budda. Accoglieva, quindi, un gran numero di stranieri, tra cui anche i greci nel suo sistema di credenze. Logicamente Menandro approfittò – al di là delle sue convinzioni religiose personali, che erano comunque sincere – di questa buona accoglienza che gli fece il buddismo per entrare ancora più in profondità, sia dal punto di vista politico che culturale, in questa nuova realtà.
Foto | Wikimedia Commons
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