Chi legge Anglofilia di Ignacio Peyró entra in un mondo fatto di tradizioni, dettagli, fascino e paradossi. L’autore ci accompagna in un viaggio affettuosamente ironico alla scoperta dell’animo britannico, passando per gli interni delle case, i tè del pomeriggio e le stranezze linguistiche. Ma per capire davvero la cultura britannica – o dovremmo dire le culture britanniche? – è bene partire da una distinzione fondamentale, spesso data per scontata o usata in modo impreciso: che differenza c’è tra Inghilterra, Gran Bretagna e Regno Unito?
Qual è la differenza tra Gran Bretagna e Regno Unito?
Ispirandoci allo spirito meticoloso e curioso di Anglofilia, ecco una guida chiara e sintetica per orientarsi tra i termini geografici e politici che riguardano le isole britanniche. Un piccolo glossario indispensabile per ogni anglofilo in erba.
Regno Unito
Il nome completo è Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord. Comprende quattro “nazioni costitutive”: Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord. Quando si vuole indicare l’intero Paese, è corretto usare “Regno Unito” (o l’abbreviazione “UK”).
Spesso si fa confusione e si usa “Inghilterra” per riferirsi a tutto il Regno Unito, ma si tratta di un errore: l’Inghilterra è solo una delle quattro nazioni, per quanto la più popolosa e sede del governo centrale. Visitare Edimburgo, per esempio, significa andare in Scozia, non in Inghilterra.
Gran Bretagna
La Gran Bretagna è l’isola più grande delle Isole Britanniche e comprende tre delle quattro nazioni del Regno Unito: Inghilterra, Scozia e Galles. L’Irlanda del Nord, come suggerisce anche il nome completo del Regno Unito, non fa parte della Gran Bretagna.
Il termine viene talvolta usato in modo intercambiabile con “Regno Unito”, ma è meglio evitarlo per non creare ambiguità, soprattutto nei confronti degli abitanti dell’Irlanda del Nord.
Curiosamente, anche in contesti ufficiali si sbaglia: la squadra olimpica britannica, ad esempio, si chiama “Team GB”, nonostante includa atleti nordirlandesi.
Irlanda
L’isola d’Irlanda è la seconda per estensione dell’arcipelago ed è divisa in due entità:
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Irlanda del Nord, parte del Regno Unito;
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Repubblica d’Irlanda, uno Stato indipendente, spesso chiamato semplicemente “Irlanda” (nome ufficiale: Éire).
È consigliabile usare “Repubblica d’Irlanda” quando si vuole evitare equivoci politici o geografici.
Le Isole Britanniche
Le Isole Britanniche (British Isles) sono un termine puramente geografico che include:
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Gran Bretagna;
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Irlanda;
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tutte le isole minori circostanti (circa 6000), come l’Isola di Man, le Ebridi, le Orcadi, ecc.
Il termine, però, è controverso, soprattutto in Irlanda, dove non ci si sente “britannici” e si tende a rifiutare l’uso dell’espressione. Alcuni propongono alternative più neutre come “Isole Britanniche e Irlandesi” o “Arcipelago Atlantico”.
Le Isole Britanniche (in senso politico): British Islands
Non vanno confuse con le Isole Britanniche geografiche. Le British Islands, secondo il diritto britannico, comprendono:
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il Regno Unito;
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le tre dipendenze della Corona: Isola di Man, Bailato di Jersey, Bailato di Guernsey.
Queste dipendenze non fanno parte del Regno Unito, ma sono legate a esso da particolari rapporti giuridici e istituzionali. Non includono né la Repubblica d’Irlanda né i territori britannici d’oltremare (come Gibilterra o le Isole Falkland).
“Britain”: un termine ambiguo
“Britain” è forse il termine più ambiguo di tutti. Spesso usato come sinonimo colloquiale di “Regno Unito” o “Gran Bretagna”, in realtà ha origini più antiche.
Nel periodo romano, con “Britannia” si indicava la provincia che corrispondeva grosso modo all’attuale Inghilterra e Galles (non la Scozia, che non fu mai conquistata). Tecnicamente, quindi, “Britain” sarebbe un termine arcaico e incompleto.
Oggi chi dice “Britain” probabilmente intende “Gran Bretagna” – ma se vuoi essere preciso, meglio evitarlo.
Anglofilia di Ignacio Peyró
Se queste sfumature ti incuriosiscono, Anglofilia di Ignacio Peyró ti regalerà un intero viaggio tra ironie, idiosincrasie e meraviglie della cultura britannica vista con gli occhi affettuosamente critici di uno spagnolo che ha vissuto a Londra e ora lavora a Roma.
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