«Guarda negli occhi un cane e prova ad affermare che non ha un’anima». Sappiamo quanto sia vera – non solo per quel che riguarda i cani – questa frase di Victor Hugo.
Chi vive con un cane, un gatto, un coniglio, un criceto, un furetto e via dicendo sa benissimo di cosa siano capaci gli animali non umani e di come riescano a farci riflettere su quanto possiamo essere boriosi noi animali umani che ci crediamo padroni del mondo.
Ci sono poi storie che lasciano veramente un segno. Come quella raccontata da Andrea Biscàro nel suo libro Lady Peg. Vita di una cagnolina prodigio.
Per era una barboncina vissuta a Chiari, in provincia di Brescia, negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso. C’era un legame così forte con la sua amica umana, Ines Corridori, che la comprensione fra loro due era enorme, tanto che Peg non solo capiva perfettamente quello che le si diceva, ma rispondeva anche… scrivendo le risposte!
Lo so sembra una truffa, sembra strano per noi abituati a valutare tutto con il nostro metro. Ma, credetemi, la storia di Peg è speciale e l’autore, con l’onestà intellettuale che lo caratterizza, riporta nel libro anche le varie critiche che sono state sollevate a Peg e alla sua amica umana.
Quello che è certo è che la storia di Peg ci invita a scendere dal nostro piedistallo e, per usare le parole del poeta Franco Marcoaldi: «L’unica chance offerta all’uomo eretto è di sdraiarsi a terra: osservando le stelle assieme agli animali, magari si scorderà di essere una macchina di sopraffazione e guerra».
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