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In giro per la Sardegna con il pane carasau

In giro per la Sardegna con il pane carasau In giro per la Sardegna con il pane carasau
In giro per la Sardegna con il pane carasau

Sono giornate particolari, quelle che sto vivendo grazie all’impatto che il nostro libro Il pane carasau. Storie e ricette di un’antica tradizione isolana sta avendo con il pubblico. Giornate di incontri che avvolgono, penetrano corazze di piccole paure (dirò la cosa giusta? Qualcuno si annoierà?), completano ogni nozione o conoscenza con nuovi racconti, infinite storie, testimonianze con le quali altri libri potrebbero essere scritti!

Il piccolo grande saggio scritto a quattro mani con la collega e amica Susanna Trossero e pubblicato dalla Graphe.it, sta viaggiando più di quanto noi ci aspettassimo e vorrei saper spiegare quanto tutto ciò ci riempia di orgoglio!

Ma, se anche non trovo le parole giuste per esternare questo tipo di emozione, voglio trovarne per raccontarvi dei recenti eventi che sono stati organizzati per il nostro libro.

L’11 marzo scorso, ho avuto il piacere di essere ospitata dalla biblioteca di Santadi, un paese delizioso situato al centro di una grande vallata del basso Sulcis. Il pomeriggio buio, piovoso, non lasciava presagire niente di buono: una di quelle giornate in cui il piacere più grande è dato dallo stare a casa, al riparo, in attesa di giorni migliori. In realtà mi sono ricreduta immediatamente: dopo il benvenuto della bibliotecaria, la quale mi ha fatta sentire immediatamente tra amici, ho potuto constatare che mi attendeva un pubblico davvero numeroso, accogliente, e soprattutto partecipe! Durante la presentazione del libro, ho visto persone reattive, pronte a inserirsi nel discorso, a raccontarsi e a raccontarmi, tanto che nel giro di poco non avevo più davanti a me volti sconosciuti, ma una buona compagnia con la quale condividere un bel momento. Momento che non poteva poi concludersi meglio: un banchetto tutto sardo, tanti prodotti locali ad accompagnare del buon pane carasau e… quel delizioso filo d’olio d’oliva “fatto in casa” sulle sfoglie croccanti, difficilmente lo dimenticherò!

Il 5 aprile invece, mi ha aperto le porte la biblioteca di Portoscuso, comune isolano della provincia di Carbonia-Iglesias, e stavolta siamo proprio sul mare. Un mare colpito dallo scirocco che scalda e preannuncia l’estate, levando le forze e il respiro! Anche qui, bibliotecarie affettuose e un pubblico attento e molto partecipe, tanto che a un certo punto si è sollevato un interessante dibattito a proposito di una testimonianza presente nel nostro libro… «Sulla costa, l’uomo è geloso e possessivo, mentre nell’entroterra sardo i nostri uomini non perdevano tempo in simili sciocchezze e le mogli godevano della fiducia più totale!». In difesa degli uomini della costa, le signore presenti hanno fatto notare che è facile non essere gelosi quando non si può essere sempre presenti - in riferimento alla vita dei pastori, alla transumanza, alla vita nei campi -, ma “i nostri mariti sono sempre qui con noi, è un vivere diverso!” E tra un sorriso e una battuta, ognuno ha detto la sua. È sempre emozionante, il momento in cui le persone chiedono una dedica per la loro copia del libro, ma stavolta ho anche io ricevuto un omaggio: un signore garbato, giunto alla presentazione per primo, ha preparato una fotocopia in bianco e nero della locandina dell’evento che vede il mio viso in primo piano, e dopo averci scritto di suo pugno una dedica, me lo ha consegnato. Somiglianza verosimile alla grande attrice Adriana Asti. E poi la sua firma!

Il 7 aprile è stata la volta dell’università della Terza età della cittadina mineraria Iglesias, siamo sempre nel sud ovest sardo. Qui, un pubblico adulto per la maggior parte femminile, ha erudito me e ne sono rimasta affascinata. Donne fiere, determinate, intellettualmente vivaci e dallo sguardo indomabile (non saprei quale altro aggettivo utilizzare per rendere l’idea), hanno condiviso la loro esperienza in fatto di ricordi legati alla panificazione, raccontando dei “Cavallanti”. I Cavallanti, o portatori di pane, erano coloro che in seguito alla panificazione, venivano incaricati di portare il pane alle famiglie dei minatori, le cui case erano parte di un villaggio situato proprio accanto alle miniere. Quante e quali storie si celano legate al pane, dietro ogni paese di quest’isola… E non importa quale sia il tipo di pane in questione, se nero, bianco, di sottile sfoglia croccante come il carasau; è sempre condivisione, il pane. Consolazione, famiglia, ricorrenza, alimento primario, simbolo… Ci siamo rese conto molto presto, Susanna ed io, di quale sia l’importanza dell’argomento trattato nel nostro libro, proprio grazie a questi incontri - così differenti uno dall’altro - , all’arricchimento che comportano in quel sapere che non è mai abbastanza, e che è la gente comune a custodire. A conclusione della presentazione, io ho detto che la Sardegna non è solo un’isola in una carta geografica, ma anche anima prepotente. E, a quel punto, una signora si è alzata in piedi e ha detto: “Certamente. Perché questa è una terra in cui, in ogni stagione accade qualcosa. La primavera, per esempio, è un’esplosione di mirto, ginepro, elicrisio, rosmarino in fiore!”. E, vi prego di credermi, in quel momento è stato come se la macchia mediterranea fosse entrata dalla finestra, e tutti quei profumi avessero invaso la stanza, sprigionati dall’anima così ricca di quelle donne.

Per tutto questo, e per ciò che verrà, ringrazio l’associazione Argonautilus, così appassionata e capace di organizzare simili incontri, supportandomi, affiancandomi, e facendomi sentire protetta a tal punto da lasciar fuori dalla porta di ogni presentazione la mia timidezza. Conoscere tante persone così legate all’idea del pane come dono di Dio e frutto del lavoro dell’uomo, trasforma tutto ciò che abbiamo scritto in energia, calore, facendo respirare e vivere le parole sulla carta!

Antonella Serrenti

Il pane carasau

Storie e ricette di un'antica tradizione isolana

editore: Graphe.it

pagine: 127

Il pane come alimento primario, simbolico, ospite d’onore delle giornate da custodire nella memoria…

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