La forma poetica giapponese dell’haiku è ormai nota anche ai lettori italiani e talvolta, come in questo caso, felicemente praticata: adattata alla lingua e alla cultura occidentale, genera frutti ibridi dal gusto sempre nuovo. Il suo schema metrico preciso non costituisce una gabbia ma, come ogni struttura compositiva nell’arte o nella musica, diventa una cornice sottile all’interno della quale liberare un personale esercizio di creatività e pazienza.
Nell’interpretazione che ne dà l’autore, il metodo dell’haiku conserva il carattere contemplativo delle sue origini. I brevi componimenti raccolti in questo libro restituiscono un’attitudine millenaria, eppure certo non obsoleta, verso l’osservare e registrare le Piccole cose: quasi un’espressività inversa, una direzione passiva, nella quale è l’animo del poeta a rimanere immobile e ricevere il mondo che intorno si muove.
Piergiovanni Bernardon nasce nove anni dopo la fine della seconda guerra mondiale a Udine, dove vive e dove ha lavorato come insegnante. Da adolescente ha iniziato a versificare e ha continuato. Naturalmente discontinuo e diviso, il suo simbolo sono due pesci che nuotano in senso opposto: tenta di dare continuità alle sue passioni e di far nuotare sulla stessa scia i due pesci, ovviamente rossi. Talvolta durante l’autunno e l’inverno dalla finestra cerca di cogliere un passero, una cornacchia, un merlo in cerca di cibo. A volte durante la primavera e l’estate ascolta e osserva il frenetico andirivieni dei balestrucci al nido sotto il tetto della sua camera.
Nata a Firenze, Desideria Guicciardini ha vissuto a Milano e da alcuni anni ammira il Resegone dalla sua casa di Lecco. Dopo aver concluso gli studi al liceo classico si iscrive alla facoltà di lettere moderne assecondando la passione per la lettura coltivata fin da bambina e alimentata dalle illustrazioni dei maestri di tutti i tempi. Queste passioni la portano presto a cambiare rotta e a seguire i corsi di litografi a della Scuola del libro di Urbino. Negli anni Settanta inizia a illustrare libri per ragazzi. Libro dopo libro il suo tratto intelligente, elegante, determinato, la sua abilità sorprendente nell’abbinamento dei colori si fanno sempre più importanti fino a portarla a vincere, nel 2014, il Premio Andersen come migliore illustratrice.
Nata a Udine nel 1953, Luisa Sparavier dopo il liceo classico, si trasferisce Milano prima, e a Firenze poi, per proseguire gli studi. A Milano ci ritorna e rimane altri dodici anni lavorando come art director free lance e copy per diverse agenzie. In seguito, a Udine, inventa un’agenzia che è cresciuta fino a diventare un vero, strutturato, laboratorio di comunicazione.
Nel 2001 si sposta in Alto Adige e ci rimane caparbiamente fino a tutto il 2006. Dall’inizio del 2007 risiede e lavora a Trieste. Con il passare degli anni le è rinata dentro la voglia di esprimersi, senza timori di giudizi, attraverso quello che più le ingarbuglia l’anima.
Ha traslocato quindici volte. Ora pensa di fermarsi.
Scrive poesie, favole e racconti. Ha pubblicato per la casa editrice Il Menocchio: Passi, poesie (2008); Ritmi diversi, poesie, (2010) con opere di Desideria Guicciardini e, sempre con illustrazioni della stessa, i racconti brevi Ombre (2010). Le ore in testa, poesie (2017) con un’acquaforte da lei incisa.
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