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Le faticose attese

Sottotitolo non presente

Un'opera prima che non invecchia: un viaggio poetico intenso e introspettivo, dove la semplicità dei versi cela una profondità sorprendente.

Descrizione

Le faticose attese di Enrico Testa è un classico della poesia italiana che, anche grazie alla prefazione di Giorgio Caproni, ha fin da subito conquistato un posto di rilievo nel panorama letterario. Questo libro rappresenta l'esordio di uno dei poeti più rilevanti della scena italiana contemporanea. La raccolta esplora il tema dell'attesa, con un linguaggio semplice ma ricco di profondità, dove le esperienze quotidiane si trasformano in riflessioni liriche sull’esistenza. L’intreccio di leggerezza e complessità ritmica rende quest’opera un canzoniere d’amore affabile e sorprendente, capace di colpire per la sua immediata leggibilità. Un'opera che, a distanza di anni, continua a emozionare e a far riflettere, invitando il lettore a un viaggio introspettivo nei meandri dell'esistenza.

Enrico Testa

Enrico Testa insegna Storia della lingua italiana all'Università di Genova. Accademico corrispondente della Crusca, ha pubblicato numerosi volumi di argomento critico-letterario e linguistico e ha curato un’antologia della poesia italiana del secondo Novecento (Dopo la lirica, Einaudi 2005). Ha tradotto opere di Philip Larkin, Dylan Thomas e il Filottete di Sofocle ed è autore di alcune raccolte di poesie. Nel corso degli ultimi anni sono apparse, tutte pubblicate da Einaudi, Pasqua di neve (2008), Ablativo (2013), Cairn (2018) e L’erba di nessuno (2023).

Curatore

Antonio Bux

Antonio Bux (Foggia, 1982) ha pubblicato, tra l’altro, Trilogia dello zero (Marco Saya 2012), Kevlar (Società Editrice Fiorentina 2015), Naturario (Di Felice 2016; finalista premio Viareggio), Sasso, carta e forbici (Avagliano 2018) e il recente La diga ombra (Nottetempo 2020).

In spagnolo ha pubblicato 23 – fragmentos de alguien (Buenos Aires 2014), El hombre comido (Buenos Aires 2015), Saga familiar de un lobo estepario (Toledo 2018) e in vernacolo foggiano la silloge Lattèssanghe (Le Mezzelane 2018).

Come traduttore ha curato i volumi Finestre su nessuna parte (Gattomerlino Superstripes 2015) di Javier Vicedo Alós, Bernat Metge (Joker 2020) di Lucas Margarit e Contro la Spagna e altri poemi non d’amore (Nessuno editore 2020) di Leopoldo María Panero.

Redattore e rubricista per la rivista Avamposto, ha fondato e dirige il lit-blog Disgrafie e alcune collane per le Marco Saya Edizioni e per l’editrice RPlibri.


Prefazione

Giorgio Caproni

Giorgio Caproni (Livorno, 1912-Roma, 1990) è stato un poeta, critico letterario e traduttore italiano. La sua produzione poetica, fortemente influenzata dall'ermetismo, si caratterizza per un bilanciamento tra l'intimismo e la riflessione sulla storia e sulla società. Caproni ha saputo coniugare l'eredità della tradizione poetica italiana con sperimentazioni linguistiche e formali. Tra le sue opere più importanti ricordiamo Il seme del piangere e Congedo del viaggiatore cerimonioso. Oltre alla poesia, si è dedicato alla traduzione di autori come Apollinaire, Proust e Céline.

Approfondimenti

 

Il ritratto di Giorgio Caproni è di Roberto Pasqua

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Le faticose attese
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