Due compleanni e una città è il racconto ampiamente autobiografico di un uomo che, giunto ormai alla piena maturità, pensa al suo passato e medita sul suo presente.
La storia, raccontata in prima persona, si articola in una serie di brevi capitoli che costituiscono scorci efficaci e poetici, imperniati sul motivo centrale del contrasto campagna-città; da esso poi scaturiscono altri conseguenti dualismi, come passato-presente, terra-industria, miseria-agiatezza, tutti motivi caratteristici della crisi delle comunità di campagna. «Petruccelli è forse da noi il più genuino descrittore della fine della civiltà contadina» (Giuliano Manacorda)
Quando venne pubblicato la prima volta, nel 1985, il romanzo Due compleanni e una città fu subito candidato al Premio Viareggio. A oltre trent’anni di distanza dalla prima pubblicazione, il romanzo di Alessandro Petruccelli viene riproposto al pubblico come una delle letture fondamentali della nostra letteratura recente.
Dalla rassegna stampa della prima edizione
«Alessandro Petruccelli racconta le riflessioni di un uomo che, giunto alla maturità, considera il senso e la portata di una vita trascorsa in campagna, di una generazione contadina che ha ormai fatto il suo tempo ma il cui “peso” non è affatto tramontato» (Ferdinando Albertazzi, Tuttolibri, 4 gennaio 1986)
«La cronaca della vita di provincia, in cui riaffiorano mille esperienze del passato che inducono a un’umile e solida saggezza, occupa lo spazio di un anno come testimonianza di un modo di vivere prezioso non per grandi conquiste ma per la vigile coscienza che accompagna il gesto o la parola quotidiani, e il senso di umanità, di antica civiltà che lega coloro che calcano la medesima terra» (Giuliano Manacorda, Il Tempo, 11 aprile 1986)