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Riccardo cuor di leone

La maschera e il volto

«Un cattivo figlio, un cattivo marito e un cattivo re, ma un valoroso e magnifico soldato» (sir Steven Runciman)

Descrizione

Nell’immaginario collettivo, dentro e fuori della Gran Bretagna, Riccardo I «Cuor di Leone» è assurto a simbolo dello chevalier sans peur et sans reproche. Fu uno dei più grandi condottieri inglesi, un soldato di altissimo valore e di ineguagliabile ardimento; sempre fra i primi, con l’esempio trascinava i suoi uomini a nuovi atti di eroismo. Quest’immagine stereotipata, veicolata dalle ballate anglo-sassoni, ha trovato la sua più compiuta sublimazione letteraria nell’Ivanhoe di sir Walter Scott, ma l’indagine storiografica ha, da tempo, di molto sfrondato tali romanticherie.

In questo libro si viene a dimostrare che, nei fatti, Riccardo dovette indossare una «maschera» – che egli stesso si impose, data la sua personale posizione – del re cristiano, generoso, benefattore, mistico soldato della Crociata, sotto la quale stava il «volto» autentico di un normanno, crudele, selvaggio, sanguinario, volubile, avido di ricchezze. Le sue azioni, nel bene e nel male, risentono del contrasto fra essere e apparire, fra il suo status di re e i suoi impulsi celati. Talora prevaleva la maschera, talora il volto: donde l’evidente contraddittorietà dei suoi comportamenti.

Roberto Romano

Roberto Romano (1949-2017), dopo la laurea in lettere presso l’Università di Napoli è stato assistente di Filologia bizantina presso la medesima Università per poi insegnare la stessa materia presso l’Università della Calabria. È stato docente di Paleografia greca e Filologia bizantina presso l’Università di Salerno e di Filologia grecomedievale e neogreca, Civiltà bizantina e Storia bizantina presso l’Università «Federico II» di Napoli.

Tra le sue principali pubblicazioni si ricordano: Parerga. Contributi filologici (2003), l’edizione critica del Timarione dello Pseudo-Luciano (1974), dei Carmi di Nicola Callicle (1980) e delle Epistole di Costantino Acropolita (1991). Ha curato la traduzione di In difesa dei templi di Libanio (1982), delle Omelie per Eutropio di Giovanni Crisostomo (1987) e della Ginecologia di Aezio Amideno per il volume miscellaneo Medici bizantini della utet (2006), casa editrice per la quale in precedenza aveva curato l’antologia di testi La satira bizantina dei secoli XI-XV (1999).
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