La nostra cultura procede senza scrupoli alla colonizzazione spietata del mondo animale, producendo quella mentalità che fa ricorso, senza perplessità, alla vivisezione, alla caccia di tipo industriale, alla soppressione degli animali nocivi, degli insetti molesti e di quanto altro si frappone alla marcia dell’uomo verso il progresso e il benessere.
Cosa è rimasto dell’universo simbolico che tanta parte ebbe nella cultura medievale? Che resta della grande metafora che rappresentava il mondo animale per gli antichi?
L’animale, con la sua misura, si riavvicina all’uomo disintossicato dalla presunzione d’essere unica misura di tutte le cose, come messaggero d’una dimensione diversa da quella della legge scientifica e della convenzione quotidiana. Fuori della storia, della scienza, da ogni altra logica che ha avvilito l’uomo e l’ordine naturale, l’animale, come dicevamo, si ripresenta come il messaggero, se non di un cielo perduto, almeno d’un accordo con il mondo e con la vita, d’una salvezza possibile.
Sulla scia degli antichi bestiari, Carlo Lapucci va alla ricerca delle tracce della tradizione popolare e ci propone un catalogo in cui l’animale riemerge quale interlocutore dell’uomo che lo riscopre come compagno nel viaggio della vita.
Biografia dell'autore
Carlo Lapucci

Carlo Lapucci vive a Firenze dove si occupa di letteratura, linguistica e tradizioni popolari. Ha lavorato e collaborato con varie case editrici; ha partecipato come esperto alla trasmissione di Radiodue La luna nel pozzo ed è stato l'autore delle serie I verdi giardini della memoria e Cose dell'altro mondo.
Nel campo letterario ha esordito nel 1960 con una scelta di poesie presentate da Nicola Lisi su L'Approdo letterario; seguì sulla stessa rivista nel 1962 un'altra silloge presentata da Mario Luzi. Ha pubblicato in seguito i romanzi Itinerario a Vega (Cappelli 1972), La pianura e altri racconti (Le Samare 1974), per il quale ha avuto il Premio Il Ceppo nuovo autore, e L'uomo di vetro (Camunia 1992). Inoltre nella letteratura fantastica sono usciti Viaggio nell'Antimateria (Francesco Rossi 2006) e Silicon Valley (Francesco Rossi 2008), rappresentata dalla Compagnia stabile I ritrovati di San Gimignano (2009).
Sono uscite le raccolte di versi: L'erba inutile (Vallecchi 1982), Il battello del sale (Il Grifo 1991), Oibò. Parodie e copie (Francesco Rossi 2000) che gli è valso il premio Giusti per la satira 2002 e Alla dogana del sonno (Le Balze 2005).
La rivista Giornale di bordo ha dedicato alla sua opera l'intero numero del marzo 2003.
Tra le numerose opere di linguistica e tradizioni popolari si segnalano: I proverbi dei mesi, con Anna Maria Antoni (Cappelli, 1972), La Bibbia dei poveri (Mondadori 1985), Dizionario dei modi di dire della lingua italiana (Garzanti Vallardi, 1993 già Valmartina 1969), Indovinelli italiani (Vallari 1994 già Valmartina 1977), il Dizionario dei proverbi italiani (Le Monnier 2006, poi Mondadori 2007), che raccoglie venticinquemila detti della saggezza popolare, prima opera di studio generale dei proverbi italiani, Fiabe toscane (Mondadori 1984) e Fiabe toscane di maghi, fate, animali, diavoli e giganti (Sarnus, 2008).Particolare attenzione ha dedicato al teatro, sia in proprio (Teatro a buon mercato, 2004), sia scrivendo libretti per rappresentazioni di Bruscelli.
Tra i lavori più recenti, oltre quelli pubblicati con la Graphe.it edizioni, segnaliamo: La Biblioteca di Tarmakòden. 24 racconti (Helicon 2019), Diario di un istante (Le Samare 2019), La sapienza dell'ignoranza. Il pensiero profondo dei proverbi (Ibiskos 2020), Le lappole (Le Samare 2020), Come la spiga accanto alla spiga. Trilogia cinese (Lorenzo de' Medici Pres 2021), Phaenomena et noumena (Le Samare, 2021), Storia di Semetipsum. Viaggio nel se stesso (Helicon 2021).
Ha ricevuto i premi Fiorino d'Oro alla carriera (2018) e il Premio Casentino per la letteratura (2020).