Sono due le novità editoriali che la Graphe.it manda in libreria questo mese. Una è un breve saggio sull’elaborazione del lutto per la morte di un animale domestico, scritto dal dottor Pier Luigi Gallucci, psicologo e psicoterapeuta; l’altra è una silloge poetica di don Marco Statzu che ha la prefazione di Enzo Bianchi. Vediamo più da vicino i due titoli che, come per gli altri della casa editrice, sono disponibili in formato cartaceo e digitale.
Il dolore negato
Il dolore per la morte di un animale domestico è un tema delicato, spesso preso con troppa leggerezza: la sofferenza per la morte di un animale amato non è tanto diversa da quella che ci colpisce quando muore una persona cara. È un dolore profondo, eppure poco riconosciuto socialmente: i nostri sentimenti ed emozioni possono essere sminuiti o addirittura ridicolizzati dagli altri, tanto da indurci a vergognarci a esprimerli e affrontarli. L’assenza di una ritualità codificata per celebrare il distacco dall’animale può, poi, acuire il disagio.
Pier Luigi Gallucci, psicologo e psicoterapeuta torinese, esperto nell’elaborazione del lutto e delle emozioni, prende sul serio questo tema, fino a farne un libro.
Scrive Gallucci nella prima pagina di Il dolore negato:
Alessia, seduta di fronte a me in studio, iniziò quasi subito a commuoversi, dicendomi che si sentiva una stupida, che si vergognava: non l’aveva nemmeno detto a nessuno che veniva da me, da uno psicologo, «solamente perché è morto il mio gatto».
Ispirato da quell’incontro, Gallucci ne fa un post sul suo blog Lo studio dello psicologo a Torino che a distanza di anni, è diventato un long-seller, commentato costantemente dai lettori: lì si incrociano frammenti di storie di vita di persone e animali, si fanno domande, si cercano consigli e sostegno, si confrontano esperienze di chi affronta o ha affrontato la morte del proprio animale domestico. Un piccolo gruppo di auto-mutuo aiuto virtuale, che ormai vive di vita propria. Da questa esperienza nasce l’idea di scrivere Il dolore negato, un piccolo libro che è un contributo per affrontare un tema molto diffuso, ma poco trattato: il lutto per gli animali domestici che vivono con noi, che accompagnano interi tratti delle nostre vite.
Erano lacrime mie
Erano lacrime mie titola questa raccolta… Lacrime di tribolazione, ma anche lacrime capaci di donare un’iridescenza allo sguardo che rende la visione più trasparente e luminosa, fino a desiderare che la nostra vita sia «all’altezza delle lacrime», di questo rinnovato battesimo, di questo sguardo penetrante, dolente e compassionevole su persone e cose.
Scrive così Enzo Bianchi nella prefazione al libro Erano lacrime mie di don Marco Statzu, che ha alle spalle già altre pubblicazioni tanto di poesia quanto di saggistica. Si tratta di una raccolta di poesie – il cui sottotitolo è (Talvolta posso cogliere un verso) – in cui l’autore riunisce insieme componimenti che abbracciano una produzione decennale, una cernita, un distillato per scegliere le più suggestive, quelle che sono sgorgate da un cuore che ora le offre ad altri cuori perché, come recita un graffito di Ivan Tresoldi: «Poeta sei tu che leggi».
Spiega Marco Statzu:
L’irruzione di un verso nel mio cuore e sulle dita che scrivono su un qualunque foglio di carta, il primo che trovo, talvolta anche uno scontrino che ho in tasca, è per me sempre un mistero, come mistero sono le cose più importanti della vita: la nascita, l’amore, l’amicizia, la morte, Dio.
E anzi, forse la poesia mette per iscritto questo mistero non per darne una definizione, ma per aprirvi uno squarcio che permetta di vedere attraverso le cose la realtà vera.
Inserisci un commento