La caduta dell’Impero Romano, argomento tanto dibattuto dagli storici, avrebbe potuto verificarsi con due secoli di anticipo. Nel III Secolo, infatti, l’Impero conobbe una crisi particolarmente grave: i colpi di Stato militari si susseguivano a ritmo continuo, mentre le popolazioni germaniche premevano sui confini e irrompevano sul territorio imperiale, spingendosi sin nel cuore dell’Italia. Fu in questo contesto che Aureliano svolse la sua carriera militare di umile soldato venuto dalla gavetta e assurto ai vertici dell’esercito.
Quando le truppe lo proclamarono Imperatore, nel 275, la crisi aveva toccato l’apice. Nel 260 l’Imperatore Valeriano era stato sconfitto e catturato dai Persiani – fatto unico nella storia di Roma. Il trauma fu tale che l’Impero perse la sua unità: a Occidente le Gallie si proclamarono indipendenti e lo stesso fece un’estesa fetta dell’Oriente dall’Egitto all’Asia Minore, sotto la guida dell’energica e intraprendente regina Zenobia. Aureliano si rimboccò le maniche e si impegnò nella restaurazione dell’unità dell’Impero.
Cominciò con il porre un freno alle incursioni germaniche, ristabilendo la sicurezza sui confini, quindi si concentrò sulla riconquista dell’Oriente, affrontando con successo la regina Zenobia; infine riaffermò la sovranità romana sulle Gallie.
La sua lunga esperienza di soldato e le sue doti di comandante gli permisero di raggiungere gli obiettivi nel giro di pochi anni: fatto che stupì i contemporanei e gli valse paragoni con Giulio Cesare e Alessandro Magno.
Restaurata l’unità dell’Impero, di cui rinnovò il prestigio all’interno e all’estero, Aureliano si impegnò in una serie di riforme amministrative, tra le quali la più importante fu quella finanziaria, incentrata sul tentativo di porre un freno all’inflazione galoppante, che si rivelò un nemico ben più pericoloso dei secessionisti e dei barbari.
Temperamento dotato di una forte sensibilità religiosa, Aureliano, convinto di essere stato protetto e aiutato dal dio Sole nella battaglia decisiva contro la regina Zenobia, privilegiò il culto solare in tutto l’Impero, facendone un elemento di unità spirituale. In proposito, istituì la celebrazione del Natale del Sole, fissandola al 25 dicembre, festività in seguito cristianizzata.
Ad Aureliano si deve inoltre la costruzione di una nuova cinta muraria attorno a Roma, in gran parte tuttora esistente.
Aureliano fu, dunque, una delle personalità più rilevanti del III secolo e uno degli Imperatori più importanti di Roma. Il suo operato fu determinante per il superamento della crisi e spianò la strada alla successiva opera di governo di Diocleziano e di Costantino.
Alberto Magnani
Foto | Internet Archive Book Images, No restrictions, attraverso Wikimedia Commons
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