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Italiano. Appunti e disappunti. Intervista all'autore Natale Fioretto

Italiano. Appunti e disappunti. Intervista all'autore Natale Fioretto Italiano. Appunti e disappunti. Intervista all'autore Natale Fioretto
Italiano
autori: Natale Fioretto
formato: Libro
prezzo:
€ 10,00
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Nei giorni scorsi la Graphe.it edizioni ha pubblicato il libro Italiano. Appunti e disappunti di Natale Fioretto, docente dell'Università per Stranieri di Perugia. Una parte del libro è pubblicata a parte anche come eBook dal titolo Italiano. Ragionamenti a margine. Abbiamo posto qualche domanda all'autore sul libro, sull'uso dell'italiano al giorno d'oggi e su quali accorgimenti usare per poterci esprimere meglio.

Quali sono gli appunti? E quali i disappunti?
Gli appunti sono le considerazioni che si sono accumulate nel corso di una lunga esperienza di insegnamento, appunti non solo morfologici e sintattici ma anche di pratica della didattica della lingua. Per quel che riguarda i disappunti si tratta di riflessioni di ordine squisitamente tecnico, linguistico che sono nati proprio con l'idea di creare disappunto, nel senso di dibattito. Le considerazioni di ordine linguistico non intendono infatti recuperare un vasto consenso ma, al contrario, vorrebbero stimolare un franco dialogo su temi che per loro stessa natura sono in continua evoluzione e che si offrono a svariate valutazioni e interpretazioni.

La prima parte del libro è disponibile anche come ebook indipendente con il titolo Italiano. Ragionamenti a margine. Mentre il libro cartaceo è rivolto soprattutto a stranieri che studiano l'italiano, la prima parte è più generale, per tutti, anche per noi italiani. Quali sono secondo te i principali errori che un parlante italiano compie?
In primis vorrei dire che il libro, anche se nato per stranieri, è consigliabile anche per lettori italiani che potrebbero trarne spunti di riflessione. Il principale errore che viene solitamente commesso da parlanti italiano è l'approssimazione: parliamo sempre peggio e questo ci fa capire che pensiamo sempre peggio. Sinceramente sono poco interessato al parlar fiorito mentre invece sono sensibilissimo alla capacità di esprimere in modo armonioso il proprio pensiero. Dal momento che la televisione sta diventando – o meglio è già diventata – il canone di riferimento della lingua, il problema più gravoso da risolvere in classe, e non solo, è appunto l'approssimazione. La lingua, per sua natura, è “poetica” cioè creativa. Attualmente, invece, pare che la si voglia usare ben avvolta in plastica, solo per essere à la page.

Per favorire la creatività linguistica, allora, sarebbe meglio ascoltare la radio più che vedere la televisione?
Questa domanda mi mette in imbarazzo, dal momento che io sono un fruitore compulsivo di programmi radiofonici. Indubbiamente la radio fa salva la categoria della fantasia e di tutta una serie di meccanismi che siamo costretti a mettere in atto per seguire un programma radiofonico. La televisione è infinitamente più comoda e, a mio modesto avviso, poco, molto poco educativa (intendo dire dal punto di vista linguistico).

Se tu dovessi indicare un personaggio famoso che usa la lingua italiana in maniera interessante, chi indicheresti?
Sicuramente Caparezza, seguito poi da Daniele Silvestri. Poi, per guardare al mondo del giornalismo, senza dubbio consiglio di ascoltare e leggere Oscar Giannino.

Secondo te, dovremmo riprendere in mano le grammatiche italiane che usavamo a scuola?
La grammatica viene sempre inquadrata in una luce di sottile antipatia, mentre invece dovremmo considerarla come un'alleata, un viatico per poter esprimere compiutamente – e “poeticamente” – tutto il nostro mondo interiore. Rileggere i vecchi libri di grammatica? Perché no? Magari confrontarli, ma, soprattutto, leggere, leggere, leggere e ascoltare.

Quale potrebbe essere secondo te un esercizio pratico per evitare l'approssimazione di cui parlavi?
Scegliere un giornale – quello che ci piace di più –, selezionare un articolo sull'argomento che più ci interessa e confrontare come il giornalista sviluppa il proprio ragionamento pensando a come noi avremmo fatto. Una piccola accortezza: non vergognarsi di ripescare il vocabolario per le parole che ci risultano nuove.


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