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Intervista a Roberto Fantini, autore del saggio Un nuovo modo di sentire

Intervista a Roberto Fantini, autore del saggio Un nuovo modo di sentire Intervista a Roberto Fantini, autore del saggio Un nuovo modo di sentire
Intervista a Roberto Fantini, autore del saggio Un nuovo modo di sentire

Roberto Fantini, che con noi ha già pubblicato le interviste sui diritti umani raccolte ne Il cielo dentro di noi e il romanzo Odisseo e le onde dell’anima, torna in libreria con un saggio dedicato alla religiosità di Aldo Capitini. Titolo dello studio è Un nuovo modo di sentire.

 

Intervista a Roberto Fantini

Abbiamo posto alcune domande a Roberto Fantini per comprendere meglio il contenuto di questo saggio.

 

In poche parole, chi è stato Aldo Capitini?

Capitini è tante cose insieme: è un pensatore originale e raffinato, ma anche un attivista dinamico e tenace; pedagogista illuminato e delicato poeta; uomo di penna e calamaio, ma anche infaticabile promotore di iniziative sociali, di forme associative, di azioni di lotta nonviolenta. Un intellettuale sempre dalla parte degli ultimi, sempre pronto a lottare per la creazione di una reale eguaglianza di diritti, contro ogni discriminazione e oppressione.

Con lui siamo di fronte a uno dei nostri intellettuali più originali, più proficui e più socialmente impegnati del XX secolo e, triste dirlo, a quello maggiormente dimenticato, incompreso e tradito.

 

Per evitare confusione, ci potresti spiegare bene il concetto di nonviolenza secondo Aldo Capitini?

Tutto il pensiero e tutte le innumerevoli iniziative portate avanti da Aldo Capitini contro tante forme di oppressione e ingiustizia sono caratterizzati dalla convinzione viscerale che il mondo “così com’è” non meriti di esistere e che debba, quindi, essere radicalmente cambiato, ovvero che andrebbe rifiutata, innanzitutto, la cosiddetta legge del “pesce grande che mangia il pesce piccolo”, la logica, cioè, del dominio della forza, dei privilegi per pochi, delle gerarchie, delle esclusioni, delle disparità dei diritti. Il compito più importante dell’uomo, per lui, dovrebbe essere quello di rendere la realtà migliore, in tutti i suoi aspetti e in tutti i suoi ambiti, favorendo l’incontro pacifico e costruttivo e valorizzando massimamente le intime risorse che vivono in ciascuno di noi. Per poter fare questo, è assolutamente indispensabile interrompere il processo, perennemente in atto, che fa sì che dalla violenza derivi altra violenza. La nonviolenza, per lui come per Gandhi e Martin Luther King, non è mai accettazione silenziosa della realtà di fatto, ma, al contrario, è coraggiosa e radicale ribellione nei confronti di ogni sistema politico, religioso ed economico che sulla violenza si basa e che violenza produce. Ribellione che, pertanto, per risultare coerente ed efficace, intende manifestarsi proprio rigettando la violenza sia a livello teorico sia a livello pratico. La nonviolenza è nemica acerrima della prepotenza dei sovrani come dell’indifferenza degli ignavi, e implica, necessariamente, la nonmenzogna e la noncollaborazione.

 

Il libro affronta il tema religioso dal punto di vista di Capitini: perché ti sei concentrato su questo aspetto del suo pensiero?

Per non fraintendere Capitini quando ci parla di “religione”, dobbiamo tener ben presente che egli si muove al di fuori di qualsivoglia coordinata confessionale, svincolato da ogni dottrina dogmaticamente intesa e da ogni sistema cultuale e di esercizio del potere. La sua religione ha un respiro di natura cosmica, è aspirazione all’unità con il Tutto e con i Tutti, è volontà di rigenerazione morale, di liberazione da tutto ciò che ci rinchiude nelle strettoie dei nostri meschini egocentrismi, delle nostre avidità e di tutte le nostre miserie separative. Religione, per lui, è essenzialmente “educazione all’amore”, “apertura appassionata ad una realtà liberata; è riconoscimento del primato che spetta all’unità amore con tutti”.

Ho sentito il bisogno di concentrarmi su questo aspetto del suo pensiero perché credo che esso costituisca il vero centro gravitazionale della sua intera visione del mondo e la matrice da cui sono scaturite tutte le sue battaglie contro ingiustizie e iniquità. Come Gandhi, Capitini può essere considerato un mistico animato dalla convinzione di poter ricavare dai principi della sua concezione religiosa la forza e i metodi per aiutare il mondo a essere meno folle e crudele.

 

I testi di Capitini sulla religione cattolica sono molto forti e possono sembrare in contraddizione con l'immagine di un uomo passato alla storia come il Gandhi italiano: puoi dirci il perché di questa presa di posizione così netta?

Anche in questo caso, non dobbiamo fare confusione. I suoi duri giudizi e anche veri e propri attacchi nei confronti della Chiesa Cattolica non implicano affatto posizioni di carattere anti-cristiano. Da parte sua c’è sempre stata, proprio come in Gandhi stesso, una sincera ammirazione per la figura di Gesù e per i suoi insegnamenti, considerati di sublime natura e di carattere universale e trans-confessionale. Come tanti “eretici” della storia, il suo rifiuto nei confronti dell’istituzione ecclesiastica scaturisce dal tradimento di questa nei confronti del messaggio evangelico, dal connubio con il potere politico (da Costantino a Mussolini), dalle tante forme di ipocrisia e di incoerenza (prima fra tutte la legittimazione e la benedizione, anche, della guerra), di intolleranza e di oppressione violenta. Per usare le sue parole, potremmo dire che la Chiesa contro cui combatte è quella che ha messo da parte “la religione di Gesù”, optando per “una religione su Gesù”, la Chiesa, cioè, che, invece di favorire dialogo e incontro, ha promosso chiusure e divisioni, creando “una folla di fanciulli apolitici […], assistiti da politici docili agli ecclesiastici”.

 

Quali sono i libri fondamentali di Aldo Capitini da leggere oggi?

Capitini ha scritto moltissimo. Parecchie sue opere, però, sono di difficile reperimento, anche se alcune case editrici (come Le Edizioni dell’Asino di Roma e Il Ponte di Firenze) stanno, in questi ultimi anni, conducendo un’encomiabile operazione di ristampa. Darei, comunque, la precedenza a Religione aperta e a Il Potere di tutti.

Per quanto concerne la saggistica, segnalerei, in particolar modo, Il pensiero di Aldo Capitini di Norberto Bobbio e Aldo Capitini di Fabrizio Truini.

Molto bello è anche il lavoro di Livia Romano La pedagogia di Aldo Capitini e la democrazia. Orizzonti di formazione per l’uomo nuovo. E credo efficacemente stimolante anche il mio Aldo Capitini. La bellezza della luce. Invito a (ri)scoprire il pensiero di un profeta della nonviolenza, antifascista, eretico, vegetariano.

Ovviamente, molto è possibile trovare sul web. Ottimo, in particolar modo, il sito del Movimento nonviolento.

Un nuovo modo di sentire

La religiosità «aperta» di Aldo Capitini

di Roberto Fantini

editore: Graphe.it

pagine: 70

Scoprire o riscoprire la voce delicata, ma potentissima, di Aldo Capitini “libero religioso”.

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