È possibile scrivere la storia del segnalibro? Andare alla ricerca delle origini di un elemento così effimero che spesso lo si perde? Massimo Gatta, bibliotecario dell'Università degli Studi del Molise nonché bibliofilo di prim'ordine nel nostro paese, ha messo in fila tutte le testimonianze per tracciare la storia di quest'oggetto e così ne è uscito fuori il saggio Breve storia del segnalibro pubblicato da noi della Graphe.it edizioni nella collana Parva.
Massimo Gatta si è già occupato in passato di questo tema: nel 1996 era uscito per i tipi di Colonnese, libraio antiquario di Napoli, una Piccola storia del segnalibro; poi nel 2018 una plaquette su questo argomento con Babbomorto editore.
Breve storia del segnalibro di Massimo Gatta
In Breve storia del segnalibro l'autore presenta documenti di vario tipo che testimoniano l'uso di questo oggetto nel corso del tempo: abbiamo, per esempio citazioni di sant'Agostino e del Manzoni, analisi di quadri celebri, testi di bibliofili dei secoli scorsi, ma anche opere di varia natura. Sapete, per esempio, che a Roma c'è la Fontana dei libri e da alcuni di questi escono dei segnalibri?
Il libro è composto sia da testo scritto che da immagini: ci sono foto di segnalibri, ma anche una sorta di bibliografia per immagini, con le copertine di alcuni libri che hanno affrontato l'argomento.
Naturalmente, non può mancare un segnalibro abbinato a questo testo! È semplice, nello stile della collana, con una frase appositamente scritta da Carmen Verde: Ponemi come signacolo. O tra le cose inutili, che pur son belle.
Foto | Kasturi Roy
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