Harriet Beecher Stowe viene spesso ricordata per il suo capolavoro letterario La capanna dello zio Tom. Tuttavia, la scrittrice americana è stata anche molto altro: fu attivista e promotrice della causa abolizionista e si dedicò con grande impegno nella difesa dei diritti delle donne e degli animali.
Chi è Harriet Beecher Stowe
Innanzitutto, chi è Harriet Beecher Stowe. Nasce il 14 giugno del 1811 ed è la settima figlia di una famiglia molto numerosa originaria del Connecticut. Suo padre, Lyman Beecher, è un pastore presbiteriano e buona parte dei suoi figli seguirà le orme paterne.
Nonostante la formazione puritana, la famiglia si dimostra aperta e attenta alle questioni di carattere sociale, in modo particolare a quelle che riguardano la difesa dei meno fortunati. Questa ampiezza di vedute e modernità di pensiero dei Beecher fa sì che sia Harriet che le sue sorelle ricevano la stessa istruzione dei fratelli. Il desiderio di uguaglianza fra tutti gli esseri umani e l'importanza della dignità dell'individuo è qualcosa che la giovane scrittrice respira già tra le mura domestiche e che la porterà poi a essere una figura di grande ispirazione per la lotta contro la schiavitù fino all'abolizione ufficiale di questa brutale pratica che avverrà il 18 dicembre del 1865 con l'entrata in vigore del tredicesimo emendamento della Costituzione americana.
I tre racconti di Natale nel Nuovo Mondo
Riunire questi tre racconti di Natale nella raccolta intitolata Natale nel Nuovo Mondo nel catalogo di Graphe.it non è stata una scelta casuale, ma piuttosto la volontà di mettere in risalto diversi aspetti delle qualità sia umane sia stilistiche dell'autrice statunitense e farli conoscere al grande pubblico.
Il primo Natale nel New England
La storia che apre questa piccola antologia è intitolata Il primo Natale nel New England.
È il 1620 e la Mayflower, dopo un lunghissimo viaggio, approda sulla costa americana. Cosa può aver significato la scoperta di un mondo nuovo per i padri pellegrini che avevano lasciato a malincuore la madrepatria a migliaia di chilometri di distanza dove erano rimasti gli affetti più cari, le case, le tradizioni e le abitudini di una vita intera? Il viaggio per mare, la paura mista a speranza di fronte a un futuro ignoto, il desiderio di ricominciare e dare l’opportunità di una vita migliore ai propri figli sono tutt'oggi dei temi di grande attualità.
Grazie alla sua grande capacità visionaria, Beecher Stowe riesce, attraverso le parole, a creare delle immagini vivide che permettono al lettore di rivivere le sensazioni dei personaggi e a condividere con loro le scoperte nelle foreste sconosciute e apparentemente disabitate di quei luoghi che oggi chiamiamo New England.
Natale a Poganuc
Natale a Poganuc è una storia ambientata nel villaggio immaginario di Poganuc – sempre nel New England – e che ha come protagonista la piccola Dolly, una bambina vispa e intelligente.
Le magiche atmosfere natalizie e l’entusiasmo per l'attesa dei festeggiamenti vengono visti attraverso gli occhi e i cuori dei piccoli, rese nella scrittura con dovizia di particolari. Non c’è niente che possa rendere la magia della notte di Natale come lo stupore e la gioia dei bambini perché, in fondo, a Natale, tutti torniamo, chi più chi meno, alla nostra infanzia.
La fatina buona
La fatina buona racconta con grande delicatezza il significato del dono natalizio, un valore che spesso si smarrisce dietro le logiche consumistiche facendoci perdere di vista chi è il destinatario e rischiando così di regalare qualcosa di impersonale o peggio ancora di inutile.
Note di traduzione
Il lavoro di traduzione qui proposto è stato quello di rispettare lo stile dell’autrice senza stravolgimenti sostanziali della struttura del testo, tenendo conto anche dell'essenza e dello spirito della scrittura dei testi originali e cercando di compensare l’inevitabile meccanismo di perdite e guadagni che accompagna la migrazione di un testo da una lingua all'altra.
Si è inoltre prestata particolare attenzione alla leggibilità del testo con l'intenzione di portare una ventata di rinnovamento nel linguaggio sì da raggiungere i lettori contemporanei senza tuttavia perdere le atmosfere del tempo in cui le storie sono ambientate.
Questa sorta di “rimodellamento" chiama in causa la grande responsabilità del traduttore o della traduttrice: favorire sì la fruibilità del testo ma senza snaturarlo o appiattirlo, mantenendo il più possibile i riferimenti culturali originari e cercando delle soluzioni efficaci per rendere le sfumature linguistiche, laddove presenti. È un gioco di equilibri delicato fatto di scelte, attente valutazioni e considerazioni. Trasmettere il pensiero di un autore o di un'autrice, significa rispettare le sue scelte espressive e creare una giusta armonia tra accuratezza e accessibilità nella lingua di arrivo.
Fabiana Errico
Foto di Harriet Beecher Stowe | SconosciutoUnknown author, Public domain, attraverso Wikimedia Commons
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