Una volta, in una scuola, un bambino di otto anni mi ha fatto la domanda più importante: «Ma perché si odiavano tanto gli ebrei?». Per poter rispondere, bisogna sforzarsi di capire perché questo popolo è stato così odiato da rappresentare qualcosa di orribile, anzi, l’orrore stesso. Bisogna capire come l’odio fosse legato al disprezzo e alimentato e “giustificato” dal disprezzo. Un disprezzo verso qualcosa di avvertito come contaminante, come perturbatore di un ordine, come nocivo per tutti coloro che possono entrarvi in contatto.
Questo è il vero cuore del problema, e penso che, ancora oggi, nonostante tanti discorsi e tante commemorazioni, non sia stato studiato e compreso abbastanza.
Agli ebrei è stato fatto quello che facciamo agli animali. Per poterli trattare con la crudeltà con cui li trattiamo, senza avvertire alcun brivido e alcun rimorso (rinchiudendoli, ammazzandoli e facendoli a pezzi), abbiamo dovuto “privarli”, “derubarli” dell’anima.
Ed è proprio questo che è stato fatto agli ebrei: all’ebreo è stata tolta l’anima, gli è stata sottratta l’identità umana, gli è stata negata la dignità di persona. In poche parole, è stato ridotto a essere sub-umano. È stato ridotto a bestia.
Foto | Pixabay
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