Gli animali al cinema non sono semplici comparse: diventano simboli potenti per raccontare la società, le emozioni e i conflitti umani. In Film bestiali. Noi e gli animali del nostro cinema: cosa ci dicono, cosa simboleggiano, come lo fanno, Alessandro Fiesoli analizza il ruolo della fauna sul grande schermo, esplorando film come Cocainorso, The Lobster, Ratatouille e Lamb.
Attraverso questa lente originale, il libro ci guida tra giustizia privata, crisi del maschio moderno, maternità e trasformazioni urbane. In questa intervista, l’autore ci racconta come e perché il cinema continua a raccontare sé stesso attraverso gli animali.
Gli animali nel cinema: simboli, emozioni e società
Il rapporto tra uomo e animale nel cinema è spesso un riflesso delle trasformazioni della nostra società. Come è cambiato questo rapporto negli ultimi vent’anni?
Direi in maniera coerente rispetto ai grandi temi, alle tendenze e alle sensibilità che si sono diffuse in questi anni. La cosa interessante è che al momento mi sembra non si sia imposto un animale simbolo. Se pensiamo al cavallo è probabile che ci venga in mente il western classico con tutto il bagaglio di significati storici, riferimenti culturali e simbolici che si porta dietro. Per certi versi vale lo stesso discorso per il gorilla o lo squalo, che a modo loro hanno rappresentato delle rivoluzioni nel mondo dell'industria cinematografica e della cultura popolare, mentre nel cinema del nostro secolo è divertente pensare ci sia ancora una gara in corso: quale bestia diventerà il simbolo delle nuove lotte femministe? Quale quella che rappresenterà le crisi del 2008 e del 2011? Quale sarà presa a modello per indicare il filone post-11 settembre? E la rivoluzione del digitale? Ovviamente è probabile che nessun personaggio-animale lo faccia, anche se il cervo, come dico nel libro, mi sembra ben posizionato in classifica.
Nel libro analizzi il modo in cui il cinema usa gli animali per raccontare l’essere umano e la società. Quale pensi sia il messaggio più ricorrente e quale invece il più sorprendente?
Difficile trovarne uno in particolare. Tra i più ricorrenti si potrebbero citare tutte quelle riflessioni che hanno a che fare con l'alterità o che in generale diventano allegorie del nostro comportamento sociale, penso ad esempio agli orsi di Animali selvatici o all'agnello di The lamb. Tra questi, pur rimanendo nell'ambito dei messaggi più comuni, un uso piuttosto sorprendente perché inaspettato è quello delle zebre in Dream scenario, che attraverso il sogno diventano parte del discorso del film intorno ai concetti di riconoscimento sociale e omologazione.
Quale credi sia il motivo per cui alcune specie animali vengono utilizzate più frequentemente nel cinema? Conta di più l’aspetto visivo o il significato simbolico che portano con sé?
Direi la seconda, anche se spesso quelli più utilizzati combinano un forte impatto visivo con un significato simbolico riconoscibile. Alcuni evocano emozioni universali, altri rappresentano istinti o valori condivisi. Di certo poi nella frequenza entra in gioco il cinema stesso, che ha contribuito a creare o alimentare l'iconografia di certe specie attraverso film di culto o interi filoni.
Film come John Wick o Io e Lulù mostrano un legame affettivo fortissimo tra uomo e animale. Pensi che il pubblico di oggi sia più sensibile a questo tipo di narrazioni rispetto al passato?
Lo dimostra anche solo il fatto che oggi capiti spesso di vedere thriller e film d'azione in cui la vendetta scaturisce dall'uccisione di un animale domestico. Non è propriamente una novità, ma l'evoluzione del nostro approccio alla cura per l'animale ha reso questo tipo di storie sempre più frequenti e verosimili. In genere succede ancora che per drammatizzare maggiormente il fatto lo si associ a una persona cara che non c'è più (per esempio in John Wick il cane rappresenta l'ultimo dono della moglie venuta a mancare), ma il meccanismo che invoglia lo spettatore a seguire il regolamento di conti si innesca ormai anche senza questo ulteriore carico emotivo.
Nel libro citi The Lobster, Lamb, Cocainorso e altri titoli in cui l’animale assume ruoli inaspettati. Qual è secondo te il film che ha usato la presenza animale nel modo più originale?
In fatto di originalità i film di Quentin Dupieux sono sempre abbastanza sorprendenti. In un suo film, per esempio, c'è una mosca gigante che diventa amica/complice di due balordi in missione per un boss misterioso. Qui invece lo cito per Doppia pelle, film in cui un signore acquista una giacca in pelle di daino e lei – la giacca – gli chiede di eliminare tutte le altre giacche esistenti al mondo. Inizialmente sembra che il loro rapporto si sviluppi sui binari del film erotico, il che è già piuttosto singolare, ma poi lui inizia a indossare anche altri vestiti in pelle di daino al 100% e lì il quadro diventa ancora più grottesco. Dà l'idea di essere un cinema molto divertito dal suo essere paradossale, talvolta non-sense, così quando suggerisce qualcosa di serio lo fa in un modo che ti stupisce sempre.
C’è un film sugli animali che ti ha sorpreso per il modo in cui ha trattato il tema? Magari un titolo che non ti aspettavi avesse una lettura così profonda?
Diversi. Non so se sia quello che mi ha sorpreso di più, però di recente mi è capitato di rivedere Shaun the sheep ed è sempre uno spasso, una trovata dietro l'altra all'interno di un genere cinematografico sempre diverso. Sarebbe interessante studiare nel dettaglio il mondo dei personaggi della Aardman animations, lo studio di animazione che ha realizzato il film: pieno di animali, piccoli centri urbani e zone rurali. Hanno creato questo universo narrativo dentro a un'Inghilterra rétro, molto confortevole, una sorta di “cool Britannia” al contrario, fatta con le mucche e i muretti a secco. Attraverso queste suggestioni e questi animali di plastilina veicolano un'idea di mondo molto coerente. Non mi trovano sempre d'accordo ma Shaun the sheep mi ha fatto venire voglia di saperne di più, anche perché immagino esistano già diversi testi a riguardo da qualche anno.
Se potessi consigliare un film meno conosciuto che meriterebbe più attenzione per il suo uso degli animali, quale sceglieresti?
Più che un film direi una filmografia. Trovo abbastanza significato che un regista come Lanthimos ricorra agli animali in modo così regolare, addirittura a volte perfino nei titoli. Se è vero che una delle tendenze più curiose degli ultimi anni è la diffusione di un cinema d'autore sempre più pop, il fatto che uno dei suoi massimi esponenti li utilizzi così spesso fa pensare che abbiamo ancora tanto da dire attraverso le bestie, soprattutto in chiave simbolica. In genere per contestualizzare i suoi lavori si parla non so quanto a ragione di “cinismo”, di “grottesco” o di “disturbante”, ma quasi mai di come crei questi effetti grazie all'animale. Vedere o rivedere i suoi lavori prestandoci attenzione potrebbe essere divertente. Se invece dovessi dire un film sceglierei First cow di Kelly Reichard. Non è del tutto passato inosservato ma da noi forse non ha avuto l'attenzione che meritava.
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