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Perché leggere Sant'Agostino? Tre motivi per cui vale la pena

Perché leggere Sant'Agostino? Tre motivi per cui vale la pena Perché leggere Sant'Agostino? Tre motivi per cui vale la pena
Perché leggere Sant'Agostino? Tre motivi per cui vale la pena

Tre motivi? In realtà ce ne sarebbero molti di più, data la grandezza del personaggio, ma non voglio esagerare per non ottenere l’effetto opposto, cioè farvi scappare a gambe levate!

Ormai lo sappiamo: si tratta di filosofia e di teologia, quindi non proprio argomenti familiari a tutti, ma non bisogna temere di rendere semplice quel che semplice nell’immediato non è, perché capire è la parola chiave. Lo diceva proprio Sant’Agostino che ricercò la Verità per tutta la sua vita. 

Primo motivo: la storia nella filosofia

Dal momento che magari non tutti si identificano con il cristianesimo o sono religiosi, direi che il primo motivo per cui vale la pena di leggere – o rileggere – Sant’Agostino è di natura puramente culturale: il Santo ha il merito di essere stato il primo a inserire una prospettiva storica nello studio della filosofia, una dimensione ignota al pensiero greco che era quello più in voga tra i suoi contemporanei.

Il nostro Dio è il Dio della storia, in essa è inserito e di essa si serve per i suoi progetti di redenzione che hanno l’uomo come protagonista. In questo senso, Agostino cambia necessariamente anche la concezione della storia stessa: da un andamento ciclico a un andamento lineare, progressivo, che va dal punto di partenza dell’Eden e terminerà al culmine del Giudizio Universale.

Secondo motivo: qui si fonda la nostra fede

Sant’Agostino ha fatto tanto per la nostra tradizione e per la nostra fede, rendendola quella che è oggi (non solo grazie a lui, ma questo è ovvio).

Innanzitutto ha superato la dicotomia tra fede e ragione come due poli opposti e assolutamente non conciliabili, ammettendo che si può essere anche uomini di scienza o di pensiero ed essere credenti e praticanti: la ragione, infatti, senza la fede, non può comprendere appieno la realtà come dall’altra parte la fede, senza la ragione, non riesce a comprendere i dogmi religiosi.

E poi il problema del male, che Agostino ha combattuto in tutte le posizioni eretiche che si sono succedute nel suo tempo: contro il Manicheismo che vede l’uomo passivo e inerte di fronte al male, impossibilitato a reagire e pure a scegliere; contro il Pelagianesimo secondo cui non c’è bisogno della grazia divina perché l’uomo raggiunga la salvezza; ancora, contro il Donatismo sostenendo la validità dei sacramenti indipendentemente dalla persona che li amministra.

Terzo motivo: un uomo come noi

Il terzo motivo per cui non si dovrebbe evitare la lettura di Sant’Agostino è strettamente personale, quel tanto che basta per essere universale, però: nelle Confessioni Agostino racconta molto di sé, delle sue difficoltà, dei dubbi, delle avversità che ha dovuto affrontare per scoprire e poi difendere la propria fede, assieme dono e conquista, per arrivare fino a dove è arrivato nella sua parabola terrena. E chi di noi non condivide queste fatiche, questi dubbi e queste difficoltà? Chi non sa quanto sia problematico, spesso, prendere coscienza di sé, guardarsi dentro davvero, con sincerità e umiltà, e rimettere quello che trova nelle mani del Signore affinché Lui ne faccia ciò che vuole, o meglio, ciò che ha pensato per noi?

Quanto è difficile affidarsi, spesso anche a chi ci sta accanto, a chi ci vuole davvero bene, figuriamoci a Dio, che a volte appare così lontano e impenetrabile… forse Agostino non ci dà tutte le risposte, anzi, direi che ci dà le sue, mentre ognuno deve trovare le proprie sul suo cammino. Ma a volte sapere che anche un Santo vissuto 1500 anni fa è stato almeno un po’ nella tribolazione quanto lo siamo noi quotidianamente oggi… beh, aiuta. Eccome. 

 

Foto | ypsg2008 via Depositphotos


 

 

L'autore: Roberta Barbi
Roberta Barbi Roberta Barbi è nata e vive a Roma da 40 anni; da qualche anno in meno assieme al marito Paolo e ai figli, ancora piccoli, Irene e Stefano. Laureata in comunicazione e giornalista professionista appassionata di cucina, fotografia e viaggi, si è ritrovata da un po’ a lavorare per i media vaticani: attualmente è autrice e conduttrice de “I Cellanti”, un programma di approfondimento sul mondo del carcere in onda su Radio Vaticana Italia. Nel tempo libero (pochissimo) si diletta a scrivere racconti e si dedica alla lettura, al canto e al cake design; sempre più raramente allo shopping, ormai rigorosamente on line.

Guarda tutti gli articoli scritti da Roberta Barbi

Sulla vita felice

Un percorso senza tempo

di Agostino di Ippona

editore: Graphe.it

pagine: 66

Nel "De beata vita" Agostino indaga l'antica domanda sulla felicità e svela il segreto per una libertà interiore che va oltre ogni credo.

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