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Il Petit Trianon, rifugio personale della regina Maria Antonietta

Il Petit Trianon, rifugio personale della regina Maria Antonietta Il Petit Trianon, rifugio personale della regina Maria Antonietta
Il Petit Trianon, rifugio personale della regina Maria Antonietta

Nel 1774, per soddisfare il desiderio della giovane regina di Francia Maria Antonietta che desiderava una dimora di campagna per sé, il re suo marito, Luigi XVI, le fece dono della proprietà del Petit Trianon, nel parco della reggia di Versailles.

Essa comprendeva uno château realizzato su progetto di Ange-Jacques Gabriel (1698-1782), primo architetto di Luigi XV, per volere della favorita reale Madame de Pompadour tra il 1758 e il 1768.

L’esterno, perfettamente conservato, obbedisce al gusto classico promosso dalla favorita e rilanciato dagli scavi di Pompei e Ercolano (1748). Il risultato è un capolavoro di sobrietà, simmetria e armonia che camuffa abilmente il dislivello su cui la costruzione si erge. La facciata meridionale che dà sulla corte d’onore presenta infatti tre livelli, mentre quella opposta ne mostra solamente due.

Facciata Sud (in alto) e Nord (in basso) dello château del Petit Trianon.

Il gusto di Maria Antonietta ha marcato in modo particolare la porzione del parco in cui si svolge la strana vicenda riportata nel saggio Spettri dal passato? di Andrea Biscàro, ossia il giardino anglo-cinese a Nord, Nord-Ovest dello château.

Il progetto porta la firma di Richard Mique, ma indirettamente anche quella della regina che seguì con interesse costante l’avanzare dei lavori.

Il gusto per il giardino “all’inglese” si era imposto in Francia a partire dal 1760 e promuoveva un aspetto del paesaggio visibilmente più libero rispetto ai giardini “alla francese”, caratterizzati dal rigore geometrico e dalla simmetria.

Giardino alla francese, Petit Trianon (Ovest).

Boschetti, praterie, sentieri tortuosi, scorci inattesi, grotte e corsi d’acqua apparentemente “naturali”: queste erano le caratteristiche del giardino secondo la nuova moda nella seconda metà del XVIII secolo.

Similmente, i giardini cinesi giocavano sul susseguirsi di paesaggi e scorci diversi, in un’illusione di vastità e libertà che in Occidente si carica del fascino sempreverde dell’esotico.

Uno sposalizio ideale per la regina, sensibile sia alle evoluzioni del gusto che al fascino per l’Oriente.

Il Rocher (“roccia”), la cascata, il laghetto, il Belvedere e la Grotta (1779-1782) vengono realizzati in questo contesto e costituiscono, assieme alla porzione di giardino orientale coronata dal Tempio dell’Amore, la prima fase di realizzazione del nuovo parco.

Il culmine verrà raggiunto più tardi (1783-1788) con il completamento del celebre hameau, la ricostruzione idealizzata di un borgo normanno.

Questo è lo sfondo dell’insolita avventura vissuta dalle due insegnanti…

Il Rocher e Belvedere, giardino anglo-cinese del Petit Trianon, Versailles

Didascalie delle foto

1. Veduta Nord dello château del Petit Trianon.

2. Facciata Sud (in alto) e Nord (in basso) dello château del Petit Trianon.

3. Giardino alla francese, Petit Trianon (Ovest).

4. Il Rocher e Belvedere, giardino anglo-cinese del Petit Trianon, Versailles.

Testo e immagini © Alice Rocchi – https://parigimeravigliosa.it/

Spettri dal passato?

Da Maratona al Petit Trianon e oltre

di Andrea Biscàro

editore: Graphe.it

pagine: 88

Testimonianze su chi avrebbe fatto capolino in ciò che è stato.

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