Quando mi è stato proposto di scrivere un libro sull’antica storia del pane carasau, insieme alla cara amica scrittrice Susanna Trossero per la Graphe.it, il mio ego si è improvvisamente esaltato e, senza riflettere, ho dato la mia disponibilità. Mi sono sempre cimentata nella scrittura di racconti brevi, e non avevo la minima idea di come si costruisse un “vero” libro, né di quanto lavoro ci fosse dietro! Ebbene, mi sono piaciute le lunghe e avvincenti ricerche, fatte su libri e su documenti anche molto antichi che neppure ci permettevano di sfogliare: lo facevano i bibliotecari al nostro posto! E coinvolgenti sono state le testimonianze raccolte dalla memoria viva delle signore dell’entroterra sardo, che hanno vissuto quei tempi a me sconosciuti, emozionanti le chiacchiere con Gavino, pastore di novantatré anni della Baronia… Ma anche impressionante bere e mangiare in sua compagnia, alle ore dieci di una mattina del mese di agosto, vino rosso, pecorino e pane carasau. Ammetto anche, in tutta onestà, la commozione provata nel leggere il mio nome sulla copertina di un vero libro!
Insomma, tutto è stato un susseguirsi di gioia, emozioni ed esaltazione, finché non ho realizzato che il 26 settembre scorso, data di nascita del libro Il pane carasau, storia e ricette di un’antica tradizione isolana, era anche il giorno della prima presentazione: ho dovuto fare i conti con la mia timidezza e il disagio di dover parlare in pubblico, cosa questa non consueta per me. Susanna Trossero, al suo ottavo libro, mi rassicurava in tutti i modi ma lo stomaco restava contratto, ve lo assicuro! Poi abbiamo cominciato e…
A Capoterra ci ha accolto, con un gran sorriso e gli occhi lucidi (a me è sembrata commossa), una giovane donna amabile e garbata, la signora Rita Sanna, della Commissione per le pari opportunità nonché organizzatrice dell’evento; siamo state ospiti della biblioteca del paese, che ci ha messo a disposizione una confortevole sala convegni, e mentre i posti a sedere diminuivano, il mio batticuore aumentava. Ma con l’aiuto di Susanna, la simpatia delle persone presenti, il sorriso delle amiche e l’intervento del dott. Francesco Dessì, sindaco del paese, il tempo è volato e io me la sono cavata.
Poi è stata la volta di Carbonia; anche se nativa di Sant’Antioco, io sono a tutti gli effetti cittadina di Carbonia e qui devo dire che l’emozione mi ha tradita come il più infedele dei mariti! Ci ha accolte la biblioteca comunale e affiancate l’assessore alla cultura Loriana Pitzalis, ma raccontare del libro, delle ricerche fatte per costruirlo, delle testimonianze delle persone sconosciute che abbiamo intervistato o del perché è nato questo saggio, sotto lo sguardo attento e affettuoso di parenti e amici, mi ha emozionata a tal punto da confondermi e farmi quasi perdere il filo del discorso! Anche il microfono mi intimidiva, ma poi tutto è andato bene: ce lo hanno detto le lacrime di qualcuno, che mostravano grande coinvolgimento, o gli applausi, o ancora il piacere di sentire brani del libro impreziositi dalle letture del caro Omar Soddu.
A Sant’Antioco, mio paese natio, è stato bello vedere i visi degli anziani dell’AUSER (associazione di volontariato), così pieni di storia, ed è stato gioioso sentirne le voci accavallarsi, perché ognuno di loro voleva testimoniare di quei tempi passati e lo ha fatto non senza nostalgia. Ospite d’onore, forse anche un poco invidiata dalle amiche, era una delle protagoniste delle nostre storie, la garbata signora Franceschina, che a fine serata ha salutato me e Susanna, augurandoci buona fortuna (non ha detto: “In bocca al lupo” come si usa oggi) sia per il libro che per la nostra vita. È stata una serata tenera, calda che è finita con le coccole di amici e parenti all’appetitosa aperi-cena a base di pane carasau organizzata da una cara amica.
Il nostro tour di presentazioni si è concluso a Muravera, dove la signora Antonella Porseo – organizzatrice del nostro evento – e la signora Annalisa Mattana – presidente dell’associazione “Il Portale” – ci hanno avvolte con sorrisi e abbracci, solitamente riservati alle amiche di sempre. La sala consiliare, che ci ospitava, si è riempita di persone di tutte le età; giovani, meno giovani, uomini e donne. Tra queste, il sindaco dott. Marco Fanni e il vice sindaco, dott. Marco Falchi, i quali dopo averci dato il benvenuto, hanno condiviso con noi racconti e ricordi. È stato un piacere, vedere i sindaci di Capoterra e di Muravera partecipare a un evento come la presentazione di un libro: allora non è vero che il sindaco è solo una figura istituzionale ma un po’ defilata, non nel nostro caso! C’è un’altra cosa che mi ha colpito a Muravera: la signora Martina Codonesu che, in punta di piedi e quasi con pudore, ci ha fatto omaggio di due profumatissimi mazzi di fiori: uno per me e uno per Susanna.
Questa è la socializzazione, la condivisione e l’ospitalità del popolo sardo, della quale parliamo nel nostro libro. Non è andata perduta, credetemi: conoscersi per la prima volta e abbracciarsi con un arrivederci… anche questo è Sardegna!
Forse, dopo quest’ultima tappa del nostro tour, la paura di non riuscire a superare l’emozione è scemata, almeno fino alla prossima volta: presto vi aggiorneremo con nuove date. Grazie a tutti coloro che ci stanno contattando nel desiderio di ospitarci e sentir raccontare la sorprendente storia di questo antico pane, ma nel frattempo voglio ringraziare la Graphe.it per questa importante e bella opportunità e condividere con voi lettrici e lettori la mia gioia!
Antonella Serrenti
Inserisci un commento