Laura De Luca racconta cosa c'è dietro la Breve storia filosofica della voce e il percorso che ha compiuto per arrivare a scrivere questo libro.
Quand’ero bambina i miei mi costringevano a rispondere al telefono perché vincessi la mia timidezza.
Se in presenza delle persone potevo tenere gli occhi a terra, oppure nascondermi dietro la mamma, al telefono invece, appesa soltanto alla mia voce, mi era impossibile ogni via di fuga.
E così belavo un “Pronto?” che il più delle volte l’interlocutore all’altro capo non riusciva neppure a decifrare.
Belai anche di fronte alla maestra di canto, a scuola, quando, severissima, selezionò solisti e coro, separando gli intonati dagli stonati e ovviamente relegandomi fra questi ultimi.
Capii così abbastanza precocemente che non ci sono maschere per la voce. La voce ci mette a nudo.
Ascoltando la radio, sognavo di lavorare anch’io, un giorno, dentro quella piccola scatola. Mi incantavo alla musicalità delle voci, alla loro energia e alla loro seduzione…
All’università, Facoltà di Filosofia, preparando gli esami, leggevo per me stessa i testi ad alta voce, per concepire e memorizzare vasti e articolati sistemi di pensiero. E così, con questo esercizio quotidiano, perfezionai naturalmente dizione e articolazione, mentre il contagio con passaggi logici e dialettici arrivò, forse, a migliorarmi anche il timbro, depurandolo da svenevolezze femminee e addestrandomi piuttosto alla penetrazione, all’intelligenza della lettura e alla decodifica di infinite sfumature e gradazioni di sottotesto: sentivo che la mia voce era costretta a scendere per risalire, che doveva per definizione immergersi per riemergere con la “pepita” del concetto.
Poi il sogno infantile si è realizzato, sono entrata in quella piccola scatola, lavorando per anni dentro una grande radio internazionale, affidando la mia voce a microfoni, antenne, onde elettromagnetiche, misteriosi passaggi tecnologici… Ho incontrato migliaia di persone di tutto il mondo, raccontato centinaia di storie…
Negli anni, ho capito che la mia voce non è solo un suono, non è solo uno strumento, insomma non è solo una voce. La mia voce sono io, a servizio di innumerevoli altri che non hanno voce.
Per questo parlare, parlarci, è tutto quanto ci rimane in questo mondo di maschere. Per questo ho indagato nel mistero della voce. Per aiutare altri a ritrovare la propria.
Foto | Lucio Alfonsi da Pixabay