Terre nuove: una recensione
In occasione dell’anniversario di fondazione della casa editrice Graphe.it, Roberto Russo pubblica in ebook multiformato, privo degli odiosi e inutili DRM, il racconto Terre nuove. Già apparsa in passato su un’antologia pubblicata da Mondadori, l’opera narra con garbo e raffinatezza estremi un innamoramento giovanile tra due ragazzi appartenenti allo stesso sesso.
La forma narrativa prescelta dall’autore è quella epistolare: l’anziano protagonista della vicenda, Alessandro, ormai vedovo, quasi in un estremo sussulto di vitalità, decide di raccontare a un futuro discendente un episodio sconosciuto… “peccaminoso”, della sua ormai lontana, ma non del tutto sopita, giovinezza.
Siamo nell’Ottocento, l’ambientazione è bucolica. Non a caso lo stile adottato dal narratore e la lingua dei personaggi paiono riecheggiare le atmosfere di autori come Gabriele D’annunzio ne Le novelle della Pescara, Verga e naturalmente Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Colpiscono in particolare la ricchezza della forma e l’eleganza lessicale, che ben si sposano con la levità e la delicatezza del racconto, che descrive con mano sicura lo stupore della nascita inattesa di un amore. Un esempio:
E disperai l’idea di ferirlo con la mia fuga, di distruggere la sua torre d’avorio con l’impeto della mia dissoluzione, mentre il suo pensiero vulnerato mi inseguiva nella furia dei canneti dove mi andavo a perdere.
Terre nuove rappresenta dunque una grande prova di stile, ma non solo. È uno quei rari casi in cui davvero si può affermare che la forma si faccia sostanza. C’è solo da augurarsi che l’autore del racconto in questione sia in futuro meno avaro nei confronti dei suoi lettori. In altre parole, restiamo in attesa di altre prove del suo innegabile valore letterario.
Recensione di Luigi Milani
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