Poche volte ho letto testi a favore degli animali, onesti e lucidi come questo di Adriana Zarri. Vero è che ce ne sono di bellissimi e interessanti, testi che in me e in tanti hanno provocato ammirazione e coinvolgimento, spingendo alla riflessione e regalando approfondimenti necessari. Eppure, quando si sposa una causa – spesso – ci si chiude a tutto ciò che alla causa medesima non appartiene. O a ciò che noi riteniamo che non possa appartenerle. Molto, troppo, resta fuori dalla porta.
Si rischia la mancanza (seppure involontaria) di obiettività e si va avanti come carri armati contro il mondo. Ne consegue, ahimè, il fanatismo, o quella chiusura di cui sopra, a impedire di scavare davvero all’interno di un argomento sporcandosi le mani.
In questa raccolta invece, l’autrice le mani se le sporca eccome. Vi si trova moltissima umanità, poiché è scritta da una persona e non da un giudice. Da una donna che non si fa portavoce della verità assoluta, ma che coglie tante possibili sfumature, che non le evita né le teme. Si spoglia, nel raccontarle e raccontarsi.
C’è un’onestà intellettuale rara a trovarsi, perché anche laddove si trova finisce per essere inquinata dalla battaglia che deve a tutti i costi essere portata avanti.
La gatta Arcibalda: un libro che interroga
Io sono un’amante degli animali, chi mi conosce non ha il minimo dubbio. Ho vissuto perlopiù con mici, che adoro e ammiro, in virtù di quella fierezza e di quella forte personalità che possiedono e che anche Adriana Zarri cita. Ho imparato ad amarli proprio per questo lato del loro carattere: chi è libero dentro, indipendente e fiero, quando ti mostra Amore non hai dubbi: ti ama davvero. E ti ama anche se non pende dalle tue labbra e non diviene tuo schiavo.
Ma ho conosciuto e amato anche cani, criceti, tartarughe, papere, galline, perfino pesci rossi. Gli costruivo, con l’aiuto di mio padre, luoghi possibilmente comodi, allargando le gabbie ai criceti e lasciandoli liberi più volte al giorno, regalando lunghi pomeriggi dentro la mia grande vasca da bagno ai pesci rossi, non chiudendo mai in casa i miei gatti né sterilizzandoli (non riuscivo a concepirlo). Ho portato avanti battaglie contro la caccia e gli animali nei circhi – nel mio piccolo – quando avevo solo vent’anni. Eppure… non sono vegetariana. Mi piace il pesce, mangio pochissima carne perché non ne sento l’esigenza ma mi capita di mangiarla e di apprezzarla. Ciò, spesso, provoca in me momenti di confusione; mi metto in discussione e ne esco perdente, perché non so mai davvero fino in fondo dove sia la coerenza, in questo mio amare gli animali.
Ebbene, detto questo, leggere la raccolta degli scritti di questa incredibile donna, mi ha regalato la considerazione che si può amare la natura e gli animali senza vergognarsi dei propri limiti, anzi ammettendoli senza pudori o timori. E se è vero che molti suoi passaggi mi hanno confusa ancor di più, è vero anche che grazie a lei mi sono sentita più pulita dentro, e meritevole di rispetto anche se non eccedo in fanatismi e non mi fustigo perché ho ucciso una carota («Non sono anche i vegetali parte di una natura che vive e muore?», mi è stato detto) o apprezzato un pesce alla griglia.
L’argomento è molto delicato, contiene in sé labili confini, e non esiste un manuale che aiuti a comprendere quale sia la giusta strada, ma per quanto riguarda me e la mia coscienza, il manuale l’ho trovato in questa lettura; ne sono rimasta affascinata, colpita, e ho avuto voglia di far mie frasi, deduzioni, riflessioni.
Da agnostica quale sono, non mi faccio portavoce di alcun credo, non cerco Dio nelle meraviglie che vedo attorno a me. Ma in qualcosa sì credo.
Credo che se smettessimo di fare i custodi della verità, guardassimo dentro a ciò di cui tanto parliamo, forse saremmo persone migliori. E sebbene io non sia vicina alle religioni, lo sono a tutto ciò che mi circonda e che rispetto: agli uomini, alla natura, alla vita. E, in questo prezioso libro, si trovano infinite motivazioni per amare ogni essere vivente, compresi noi stessi e le nostre contraddizioni.
- Testo di Susanna Trossero
- Foto di Maria Concetta Bomba
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