Settembre

Settembre: aforismi e poesie per il nono mese dell’anno

Buon mese di settembre, un mese che ha ancora in sé la bellezza dell’estate e lascia intravedere l’autunno.

Un mese in cui le giornate sono piene di una luce particolare, che non è intensa come quella di agosto, ma avvolge dolcemente ogni cosa. È il nono mese dell’anno, ma il settimo del calendario romano, motivo per cui il suo nome è settembre. Un mese che, però, segna anche il rientro al lavoro per molte persone e alla scuola per quanti frequentano le elementari, le medie e gli istituti superiori…

Settembre tra aforismi e poesie

Addentriamoci allora tra i giorni di questo con aforismi e poesie dedicate.

Aforismi per il nono mese dell’anno

  • I bei giorni di cristallo dell’autunno che non sono più caldi e non sono freddi… (Madame de Sévigné)
  • I giorni di settembre hanno il calore dell’estate nelle loro ore più centrali, ma nelle sere che si allungano c’è il soffio profetico dell’autunno. (Rowland E. Robinson)
  • I giorni di settembre sono, fino all’ultimo meriggio, ariose e melodiose strofe classiche che all’avvicinarsi della notte diventano troppo buiosamente romantiche. (Giovanni Papini)
  • La mattina del primo settembre era croccante e dorata come una mela. (J.K.Rowling)
  • Queste sere blu di settembre dove la luce morente dell’estate ha la dolcezze delle palpebre, quando il sole si è addormentato. (Jean-René Huguenin)
  • Settembre: era la più bella delle parole, l’aveva sempre sentita dentro, perché evocava aranci in fiore, rondini e rimpianto. (Alexander Theroux)

Poesie per questo mese

Segnaliamo sei poesie dedicate al nono mese dell’anno.

Il mare settembrino di Diego Valeri

Diego Valeri (1887-1976), Settembre sul mare (da Verità di uno):

Mare in pace,
con sussurrare di piccole onde,
pioppi tremanti foglia a foglia,
con lungo sospiro, nel cielo fermo.
Settembre, è questo il tuo sonno leggero,
il tuo leggero sognare,
poi ch’ài deposto dal cuore la grave
felicità di amare.

Giorgio Vigolo e il sogno settembrino

Giorgio Vigolo (1894-1983), Settembre (da Conclave dei sogni):

Ho sognato settembre: una strada
scendeva in giri cantabili
fra colli di rosea pietra e di piante.
Beatitudine mia.
M’abbandonavo sull’aria materna.
Dietro le spalle un oro
sereno sentivo dal mare
invisibile.
Al sol cadente i cupi
massi di musco avvolti
parean tenere e pure
materie d’un più lieve
pianeta.
E una luce sui prati erano acque
fini, sorgenti come cielo: senza
peso salivano il colle
e sugli erbosi ammanti
delle grotte facean fulgida l’ombra.

Il cielo di questo mese secondo Attilio Bertolucci

Attilio Bertolucci (1911-2000), Settembre (da Sirio):

Chiaro cielo di settembre
illuminato e paziente
sugli alberi frondosi
sulle tegole rosse
fresca erba
su cui volano farfalle
come i pensieri d’amore
nei tuoi occhi
giorno che scorri
senza nostalgie
canoro giorno di settembre
che ti specchi nel mio calmo cuore.

Una poesia di Vittorio Sereni che guarda al passare del tempo

Vittorio Sereni (1913-1983), Settembre (da Frontiera):

Già l’olea fragrante nei giardini
d’amarezza ci punge: il lago un poco
si ritira da noi, scopre una spiaggia
d’aride cose,
di remi infranti, di reti strappate.
E il vento che illumina le vigne
già volge ai giorni fermi queste plaghe
da una dubbiosa brulicante estate.
Nella morte già certa
cammineremo con più coraggio,
andremo a lento guado coi cani
nell’onda che rotola minuta.

Garches di Luciano Erba

Luciano Erba (1922-2010), Garches (è comune francese nel dipartimento dell’Hauts-de-Seine nella regione dell’Île-de-France) da L’ipotesi circense:

Quando si parla di case di settembre
dolce è dir poco di un ritorno a Garches.
Sei stato su e giù nei sette mari
magari a Machu Picchu e chissà dove
intanto il fogliame del giardino
cresceva tra le piccole prugne
si arrampicava l’uva americana
sulla facciata con le imposte verdi

l’autunno ti aspettava
senza chiedere niente.

Leonardo Sinisgalli e l’imitazione della luna

Leonardo Sinisgalli (1908-1981), Imitazione della luna (da Il cacciatore indifferente):

La luna sanguina alle corna, mite
Settembre torna ai davanzali.
Ai davanzali una voce balbetta:
Luna, luna nova
Chi ti cerca non ti trova
Chi ti trova non ti aspetta.
Luna mia alta dove
È il gatto riverso che si spulcia?
Io non lo cerco altrove, luna
Amorosa. Bruciano
Gli occhi al buio, brucia
La tuberosa di settembre luna
Sempre dolorosa.

Foto | Pixabay

Roberto Russo

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